NAPOLI – Giovani e spietati, pronti a tutto e con un solo obiettivo: prendersi Miano e scrivere pagine di un nuovo romanzo criminale. Sono le caratteristiche di chi è entrato a far parte del clan ‘invisibile’, l’organizzazione camorristica che da circa un anno starebbe lottando per garantirsi l’egemonia sugli affari illeciti di via Janfolla e dintorni, zona che, in seguito allo smantellamento dei Cifrone, ha vissuto settimane senza padroni. E’ un ricambio generazionale in piena regola. Per conquistare il quartiere sono disposti a tutto, si diceva. Non è un caso se da inizio anno Miano ha fatto da teatro a tre agguati mortali. Sotto il fuoco dei sicari sono caduti Salvatore Milano, Antonio Avolio e Giuseppe Tipaldi, tutti accomunati da un passato – diretto e indiretto – tra le file dei Lo Russo. Il clan ancora senza un nome definito sarebbe una sintesi dei gruppi riconducibili ai Pecorelli e ai Perfetto, generazioni che hanno sfornato senza scrupoli un tempo al soldo dei Lo Russo, i Capitoni di Miano, un tempo padroni assoluti del quartiere, oggi estintisi tra arresti, condanne e collaborazioni con la giustizia. Dei Lo Russo, a Miano, sono rimasti soltanto il ricordo, gli spettri (gli insulti scritti sui muri del quartiere sono prove visibili a tutti) e anche un vuoto da colmare. Chi ci ha provato nel recente passato, il clan dei cugini Cifrone, partendo dal negozio di ferramenta in via Vittorio Veneto, è durato poco, un soffio. Oggi ci starebbero provando ‘soldati’ prodotti dalla fusione delle fazioni riconducibili ai Pecorelli e ai Perfetto. A capo della nuova organizzazione sarebbe stato scelto un boss ancora ‘fantasma’ proveniente da ‘Miano di sotto’. ‘Miano di Sopra’ (via Janfolla, per intenderci) è ambita a causa della presenza del rione San Gaetano, fabbrica di soldi grazie alla presenza della storica piazza di spaccio. Sarebbe indicato da tutti soltanto con il diminutivo, Genny, il nuovo reggente della cosca. Di lui si sa poco o nulla, ma un identikit di alcuni sodali sarebbe già spuntato. Il fiuto per gli affari va nella direzione di chi, in quel preciso momento, risulta più conveniente. Quando si prova ad alzare la voce, a voler guadagnare un briciolo di autonomia, a compiere passi da solo, si finisce ammazzati. Soprattutto quando si va in giro affermando di essere il boss. Esibendo in strada e sui social la sua statura di capo. Le punizioni sono sempre in pompa magna, con agguati spettacolari, old style, visibili a tutti, esemplari. Persino esultanze e reazioni vengono affidate ai social. Prima, però, a chi sbaglia viene concessa un’opportunità – l’ultima – per rientrare nei ranghi. In caso di riscontro negativo, si mettono in moto i killer. Sono le regole spietate del nuovo clan ‘invisibile’ di Miano. Tipaldi, ammazzato alle 2:30 di venerdì scorso nel circoletto di famiglia in via Janfolla 444, potrebbe essere entrato in contrasto proprio con il boss senza nome. Il profilo di Peppe ’a recchia, ‘testa calda’ sin da giovanissimo, tiene però calda la pista di un conflitto interno. Negli ultimi tempi si comportava da capo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il nuovo clan degli invisibili sintesi dei Pecorelli-Perfetto
Dalla fusione dei gruppi è nata la cosca che vuole prendersi il quartiere