CITTA’ DEL VATICANO – “Indipendenza esterna”, per affermare “con forza” il carattere non politico della magistratura e tenere lontani “i favoritismi e le correnti, che inquinano scelte, relazioni e nomine”, e “indipendenza interna”. Per essere liberi dalla ricerca di vantaggi personali e respingere ogni pressione, segnalazione o sollecitazione a influire sui tempi e sui modi della giustizia. Papa Francesco rivolge il suo appello alle toghe ricevendo in udienza l’Anm in occasione del prossimo anniversario dei 110 anni della fondazione dell’Associazione nazionale magistrati.
Papa Francesco si rivolge ai magistrati
Il pontefice è consapevole delle “mille difficoltà” del lavoro quotidiano, ostacolato dalla carenza di risorse per le strutture e l’assunzione di personale. E dalla complessità delle situazioni giuridiche. “Ogni giorno dovete fare i conti, da un lato, con la sovrabbondanza delle leggi, che può causare una sovrapposizione o un conflitto tra leggi diverse, antiche e recenti, nazionali e sovranazionali. E, dall’altro, con vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati”.
L’accoglienza dei migranti resta il tema centrale
Un richiamo sempre più ricorrente nelle parole di Bergoglio quello ai flussi migratori, tanto che la Santa Sede ha fatto sapere che Francesco sabato ha incontrato in Vaticano, in forma privata, la sindaca di Madrid, Manuela Carmena, e la sindaca di Barcellona, Ada Colau, con il fondatore di Open Arms, Óscar Camps. Un colloquio “cordiale” in cui si è parlato in particolare dell’accoglienza dei migranti. E mentre in Italia si polemizza per il futuro addio di Cantone all’Anac, Oltretevere viene istituita l’Autorità anticorruzione.
Potenziata l’autorità anticorruzione
Il 16 febbraio entrerà in vigore su decisione di Papa Francesco il nuovo statuto, firmato da Bergoglio il 21 gennaio, dell’Ufficio del revisore generale. Che al paragrafo 3 dell’articolo 1 attribuisce funzioni anticorruzione all’Ufficio del revisore generale. La carica, ricoperta ad interim da Alessandro Cassinis Righini, viene potenziata. Il revisore ha il potere non solo di richiedere, come in precedenza. Ma di ottenere dagli enti e dalle amministrazioni oggetto di revisione. E senza essere ostacolato, informazioni e documenti di natura economica o amministrativa necessari al suo lavoro di revisione.
(LaPresse/di Silvia Caprioglio)