Il papa: “Ascoltare Dio per essere artigiani di pace e speranza. Ci vuole ospitalità”

Lo sguardo del pontefice è sempre rivolto ai più deboli, ai poveri, ai più piccoli e anche ai migranti che sbarcano sulle nostre coste, che meritano un futuro diverso, migliore

Foto Filippo Monteforte / AFP in foto Papa Francesco

CITTA’ DEL VATICANO“Rimanendo sempre in ascolto di Cristo possiamo essere artigiani di pace e di speranza”. Papa Francesco recita l’Angelus da piazza San Pietro e, prendendo spunto da un brano di Luca, che narra della visita di Gesù a casa di Marta e di Maria, le sorelle di Lazzaro, condivide con i numerosi fedeli “la preoccupazione di Santa Marta e, sul suo esempio, ci proponiamo di far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’accoglienza, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi ‘a casa’, specialmente i piccoli e i poveri”.

Il messaggio di papa Francesco

“San Luca dice che fu lei a ospitare Gesù. Forse Marta era la piu’ grande delle due sorelle, non sappiamo, ma certamente questa donna aveva il carisma dell’ospitalità. Infatti, mentre Maria sta ad ascoltare Gesù, lei è tutta presa dai molti servizi. Perciò Gesù le dice: ‘Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose’. Con queste parole – continua – Egli non intende certo condannare l’atteggiamento del servizio, ma piuttosto l’affanno con cui a volte lo si vive”.

Il valore dell’ospitalità

Il Vangelo, ricorda Bergoglio, ci porta a “coniugare la contemplazione e l’azione” perché per “assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo ‘stare ai piedi’ di Gesù, per ascoltarlo mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’ospitalità, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità. Ci vuole questa ospitalità”.

L’attenzione verso i più deboli

Lo sguardo del Pontefice è sempre rivolto ai più deboli, ai poveri, ai più piccoli e anche ai migranti che sbarcano sulle nostre coste, che meritano un futuro diverso, migliore. Ricordando, infatti, l’anniversario dello sbarco sulla Luna, da lui stesso definito “un sogno straordinario”, Francesco si ricollega ai nostri giorni e auspica che proprio quel grande passo per l’umanità accenda “il desiderio di progredire insieme verso traguardi ancora maggiori: più dignità ai deboli, più giustizia tra i popoli, più futuro per la nostra casa comune”.

(LaPresse/di Donatella Di Nitto)

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