Il Papa: “Curare significa rispettare la vita. I medici sono servitori”

Da Bergoglio arriva poi un nuovo monito contro l'aborto: "Non siamo noi i proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici ne sono i servitori"

in foto Papa Francesco

ROMA – Dare speranza, incoraggiare e rialzare le persone in difficoltà fisica. Senza mai dimenticare la stella polare assoluta: il “rispetto” del sacro dono della vita, “dall’inizio alla fine”. Dopo la visita ‘dell’accoglienza’ a Napoli, Papa Francesco si rivolge direttamente ai medici. Ricevendo in Sala Regia la Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche, organizzazione nata negli anni ’60.

Il messaggio di papa Francesco

“La vostra missione è nello stesso tempo una testimonianza di umanità. Un modo privilegiato di far vedere, di far sentire che Dio, nostro Padre, si prende cura di ogni singola persona, senza distinzione”, scandisce il pontefice, da sempre molto attento alla cura di ogni malato e sofferente nel mondo.

Un forte no all’aborto

Da Bergoglio arriva poi un nuovo monito contro l’aborto: “Non siamo noi i proprietari: la vita ci viene affidata. E i medici ne sono i servitori”. Ma quali devono essere le virtù del dottore ‘credente’? Competenza, pazienza, forza spirituale e solidarietà fraterna. Uno stile ben definito, spiega il Santo Padre, che “unisce la professionalità alla capacità di collaborazione e al rigore etico”, a beneficio dei malati e dell’ambiente che li circonda.

Delicatezza e dignità

Ecco allora che, grazie agli straordinari progressi della medicina, i dottori sono chiamati a dare le cure “con delicatezza e rispetto della dignità e dell’integrità fisica e psichica delle persone”. Servono ascolto attento e, sottolinea, giuste risposte, puntando sul dono della speranza, imprescindibile per curare. Non è un caso che le prime comunità cristiane abbiano spesso presentato Gesù come un ‘medico’, mettendo in risalto “l’attenzione costante e piena di compassione che Egli aveva per quanti soffrivano di ogni genere di malattia”.

Anche perché la cura delle persone malate è una delle dimensioni fondanti della missione di Cristo e per questo la Chiesa l’ha ereditata in modo quasi naturale. Naturale come un altro messaggio del Papa nel suo sabato, indirizzato questa volta ai giovani: “Siete legati gli uni agli altri e da soli non sopravvivrete. Avete bisogno gli uni degli altri per segnare veramente la differenza in un mondo sempre più tentato dalle divisioni”. E dalle malattie: per questo non possono mancare i medici ‘servitori’ della vita umana.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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