Il papa: “La globalizzazione non è solidale, i vecchi conflitti alimentano le guerre”

Il messaggio del pontefice

Foto Filippo Monteforte / AFP in foto Papa Francesco

ROMA – Nella domenica in cui si celebra la Giornata missionaria mondiale, Papa Francesco torna sul tema della globalizzazione che dovrebbe essere, ma non è affatto, solidale. Anche per questo, il compito del cristiano è aprirsi e donare se stesso al prossimo, attraverso la preghiera e l’amore.

Le parole di Benedetto XV

Un secolo fa, ricorda il pontefice, fu Papa Benedetto XV ad “avvertire la necessità di riqualificare evangelicamente la missione nel mondo, perché fosse purificata da qualsiasi incrostazione coloniale e libera dai condizionamenti delle politiche espansionistiche delle Nazioni europee”.

La globalizzazione

Quel messaggio, prosegue, è ancora attuale, perché “stimola a superare la tentazione di ogni chiusura autoreferenziale”, e lo fa “in questo nostro tempo, segnato da una globalizzazione che dovrebbe essere solidale e rispettosa della particolarità dei popoli, e invece soffre ancora della omologazione e dei vecchi conflitti di potere che alimentano guerre e rovinano il pianeta”.

Il messaggio del papa

La missione “non è un peso da subire, ma un dono da offrire”, aggiunge il Papa evidenziando che i fratelli non vanno selezionati ma abbracciati, e la preghiera serve anche a prendere “le distanze dalle chiacchiere e dai pettegolezzi che inquinano”.

Il messaggio il Papa lo gira a tutti i fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l’Angelus: “I credenti sono chiamati a portare ovunque, con nuovo slancio, la buona notizia che in Gesù la misericordia vince il peccato, la speranza vince la paura, la fraternità vince l’ostilità – dice -. Cristo è la nostra pace e in lui ogni divisione è superata, in lui solo c’è la salvezza di ogni uomo e di ogni popolo”.

L’importanza della preghiera

La preghiera “fervorosa e incessante” è indispensabile per “vivere in pienezza la missione”, ma la parola chiave è “salire”, perché “non siamo nati per stare a terra, per accontentarci di cose piatte, siamo nati per raggiungere le altezze e incontrare Dio”. Un’azione che “costa fatica, ma è l’unico modo per vedere tutto meglio”. Ecco quindi che “bisogna lasciare una vita orizzontale, lottare contro la forza di gravità”. In questo, spiega il Papa, sta il “segreto della missione”.

(LaPresse/di Alessandra Lemme)

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