CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco non ha mai rifiutato di ricevere Matteo Salvini, semplicemente perché non c’è mai stata una richiesta di udienza. Durante la conferenza stampa sul volo di rientro a Roma, il Pontefice tenta di mettere un punto alle infinite speculazioni su un suo mancato incontro con il vicepremier leghista.
Il papa smentisce la richiesta di udienza da parte di Salvini
“Nessuno del governo, eccetto il premier Conte, ha chiesto udienza”, spiega, precisando che la richiesta va fatta alla Segreteria di Stato: il premier Conte ha seguito il protocollo ed è stato ricevuto. Il Papa impiega poche ma belle parole per raccontare il faccia a faccia con il presidente del Consiglio: “È stata una bella udienza. È un uomo intelligente, un professore, sa di che cosa parla. Dal vicepremier e da altri ministri non ho ricevuto richieste”, insiste.
Il messaggio di papa Francesco ai politici
Come ogni volta, sul governo, Bergoglio non entra nel merito e, a proposito del largo uso di simboli religiosi durante la campagna elettorale del leader del Carroccio glissa, confessando di “non capire la politica italiana”: “È vero che devo studiare…”, afferma. Un commento un po’ più esplicito, però, se lo lascia sfuggire: “Dobbiamo aiutare i politici a essere onesti, a non fare campagna con bandiere disoneste”. Il successore di Pietro condanna l’uso di calunnie, diffamazioni, scandali e, soprattutto, esorta a non fomentare intolleranze: “Un politico mai, mai deve seminare odio e paura, soltanto speranza”.
No alle frontiere, l’Europa deve essere unita
Con la recrudescenza dei nazionalismi e dei sovranismi, il pensiero del Papa va a ‘Nonna Europa’: “Si è invecchiata, ha perso l’impulso a lavorare assieme”. La casa comune ha bisogno, sostiene, di ritrovare se stessa, superare le divisioni: “Stiamo vedendo delle frontiere, e questo non fa bene. È vero che ognuno dei Paesi ha la sua cultura e deve custodirla, ma con la mistica del poliedro: si rispettano le culture di tutti, ma tutti uniti”. Imparare dalla storia è un imperativo. Oggi non sono le bombe a minare il sogno europeo, ma le ideologie: “Non si lasci vincere dal pessimismo”, sollecita, pensando al Vecchio Continente diviso e belligerante del ’14, del ’33, del ’39. “Non cadiamo nello stesso buco”.
(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)