Il piano di Mimmo Giancotti: fuori Marrandino. La maggioranza rischia di implodere

Da anni evita i riflettori, ma nell’ombra il politico inciderebbe ancora nelle scelte del Carroccio. L’ex amministratore spinge per il rimpasto della giunta Petrella

Domenico Giancotti, Luigi Petrella e Giuseppe Daria

CASTELVOLTURNO – Della vecchia guardia, della squadra di politici che dal 2000 al 2010 ha inciso direttamente e indirettamente nella gestione della città, Domenico Mimmo Giancotti è l’unico ‘sopravvissuto’. A mettere all’angolo chi, in quegli anni, ha amministrato Castelvolturno molto hanno contribuito le inchieste giudiziarie. Antonio Scalzone e Lorenzo Marcello (per citarne due), pezzi da novanta della politica locale degli anni Duemila, sono ancora alle prese con i processi innescati proprio da quelle attività investigative. E fino a quando non risolveranno le grane con la giustizia, difficilmente si riaffacceranno sulla scena pubblica. Giancotti no. Da quelle indagini targate Dda non è stato mai toccato. Lo ha sfiorato soltanto qualche dichiarazione resa da un collaboratore di giustizia, ma non è stata ritenuta dalla Dda sufficiente a mettere nero su bianco un’ipotesi di reato. Insomma, poca cosa che al massimo ha dato a Mimmo soltanto qualche fastidio mediatico. Luigi Guida ai magistrati partenopei nel 2010 raccontò di avergli procurato qualche voto: “Dissi a qualche napoletano che abitava ad Ischitella di votare”. Con il mondo che ha causato commissariamenti e arresti a Castelvolturno, con le inchieste della Dda, Domenico Giancotti, sottolineiamolo, non ha avuto nulla a che fare. E non c’è motivo per avere a distanza di tanti anni dubbi sulla sua correttezza. E’ stato però legato politicamente a chi da quelle inchieste è stato colpito. E per sopravvivere (politicamente), per continuare ad esserci, per non scomparire, con grande astuzia si è reinventato: non più uomo di punta, uomo di palco, ma uomo-ombra. E sforzandosi di scansare le luci dei media, con la Lega, oggi, starebbe facendo sentire il suo peso sulla maggioranza (stressandola) guidata dal sindaco Luigi Umberto Petrella. Spinge per il rimpasto. In particolar modo, stando ai rumors, preme per far ottenere al Carroccio l’importantissima delega all’Ambiente che ora gestisce il vicesindaco Pasquale Marrandino. Ed in diverse riunioni dei gruppi consiliari sarebbe saltato fuori, infatti, il desiderio di silurare il numero due dell’amministrazione. Operazione non semplicissima perché dovrebbe superare vari ostacoli. Il primo è quello che connette Marrandino a Giulio Natale. Quest’ultimo se è diventato presidente del consiglio comunale è proprio perché l’attuale vicesindaco gli ha ceduto quel posto (lo occupava lui) facendo il salto nell’esecutivo e affidando il proprio ‘destino’ nelle mani di Petrella. E il sindaco, poi, non sarebbe neppure troppo convinto di mettere alla porta Marrandino. Per quale ragione? Perché si era candidato al Consiglio, ottenendo molti voti, e perché, oggettivamente, è tra i più operativi dell’attuale squadra di giunta.

A rendere poco agevole la manovra che vorrebbero attivare Giancotti e Lega è anche la carenza di nomi pronti ad abbracciare la croce dell’assessorato. Scarseggiano ed è per questo che si continuano ad accettare le presenze ‘forestiere’ della sammaritana Antonella Carusone, indicata da Salvatore Mastroianni, coordinatore provinciale della Lega, dell’atellano Raffaele Arena e del napoletano Antonio Urcioli.

Il clima all’interno della maggioranza non è serenissimo. L’ultimo consiglio comunale dove nel piano di alienazione dei beni è spuntato il terreno su cui c’è il lido del consigliere Rocco Ambrosone ha ulteriormente creato frizioni. Ma la posta in gioco è altissima. Amministrare in questo periodo significa avere in mano l’Ente proprio quando sulla città potrebbero piovere i milioni del Pnrr, soldi che, se ben gestiti, saranno utili a risolvere le criticità che il territorio patisce da decenni. Se la maggioranza riuscirà ad andare avanti molto dipenderà dal gruppo di Domenico Giancotti (può contare sostanzialmente in Assise su Giuseppe Daria e Sonia Grieco). E tanto pure dipenderà dalla soglia di sopportazione che Petrella dimostrerà di avere in relazione alle richieste politiche dal Carroccio.

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