NAPOLI – La sua ultima ‘creatura’ è #Vita, una sit-com da lui ideata che ha visto alla regia Claudio Insegno. Stiamo parlando di Ciro Ceruti (in foto), attore, regista teatrale e autore comico italiano, cresciuto a San Giorgio a Cremano, volto noto del panorama attoriale e comico napoletano. Ma Ciro è già pronto per una nuova avventura, questa volta teatrale: questa domenica, 22 agosto, sarà all’Agora Scarlatti, al Vomero, alle 21 con lo spettacolo ‘La tempesta perfetta’, da lui scritto e diretto.
Nel cast di #Vita, invece, insieme a Sandra Milo, Milena Miconi, Claudia Fontanarosa, Paco De Rosa, Simone Gallo, Simona Ceruti, Federica De Riggi ed Ernesto Lama, anche il grande attore italiano scomparso qualche giorno fa Gianfranco D’Angelo: #Vita è così l’ultimo lavoro televisivo in cui il compianto artista ha recitato. Ed è bello pensare che il successo della sit-com, che ora approda su Canale 8, sia l’ultimo lascito di D’Angelo.
Ciro, parlaci di questa sit-com che ha riscosso così tanto successo.
Ci siamo divertiti moltissimo: abbiamo creato una bella squadra, nonostante fosse tutto difficoltoso a causa del Covid: infatti abbiamo anche fermato le riprese per due settimane per alcuni casi che si erano registrati sul set. Ma siamo andati avanti, un po’ per la voglia che avevamo di lavorare, e un po’ per aver avuto la fortuna di mettere insieme un gruppo che umanamente era in sintonia.
Secondo la tua esperienza da attore, come sta oggi il mondo dello spettacolo in Italia?
Ho notato che è grande la voglia da parte delle persone di volersi staccare dalla routine che sta mettendo a dura prova chiunque. Il pubblico prima della pandemia era abituato a vedere uno spettacolo, ora le persone a fine show ti ringraziano. Come se chissà che cosa avessi fatto su quel palco. Il pubblico oggi è voglioso, apprezza di più ogni cosa: anche uno spettacolo adesso assume un significato più ampio. Il live oggi ha un valore terapeutico.
Ti aspettavi questa risposta da parte del pubblico?
No: chi mi viene a vedere al teatro gioisce, applausi e risate anche dove non c’è bisogno: gli spettatori sembrano bambini al luna park. Se potessi vivrei solo di teatro: è il luogo in cui non si può fingere, a differenza della tv e del cinema.
Il mondo dello spettacolo non è ancora ripartito, e in più ora per andare al cinema o al teatro c’è bisogno che del Green Pass: sei d’accordo con questa nuova misura?
Sì, così come sono d’accordo a fare il vaccino: fosse per me il Green Pass servirebbe ovunque. Non sono d’accordo invece con chi vuole fare il ‘Masaniello’, e cioè il rivoluzionario e dice ‘no’ a tutto. Abbiamo la fortuna di fare un lavoro che ci consente di divertirci mentre guadagniamo. Quindi smettiamola di lamentarci: va bene tutto purché si riparta.
La comicità post-pandemia e dopo il grande apporto di internet: che analisi ne fai?
Per me prima il web era qualcosa di trascurabile, fino a che i miei figli mi hanno fatto notare che il mio tipo di linguaggio poteva ‘scassare’ sul web. All’inizio ero diffidente, ma poi ho iniziato a comparire sui social stando però attendo a non snaturarmi. Il web non è altro che un palco: alcuni colleghi hanno fatto delle ottime cose dietro lo schermo, con gusto e senza volgarità e traendone vantaggi. Ma tanti altri invece diventano solo goffi: si capisce che il loro è solo un tentativo scimmiottare i più giovani. La regola è essere te stesso: solo così ti ritagli il tuo pubblico. Internet è un’arma pericolosa, ma non esiste cosa più democratica, perché è il pubblico che sceglie e non un produttore o un programmatore tv. Al pubblico dico, però, di fare attenzione a capire da chi provengono realmente i prodotti che vengono trasmessi: c’è in giro la cattiva abitudine maligna di appropriarsi del lavoro di altri artisti. Lo spettatore deve fare attenzione.
Qual è il lavoro di cui sei più fiero?
Senza dubbio la sit-com ‘Fuori Corso’: involontariamente ne uscito qualcosa di più grande di quanto ci rendessimo conto. E’ forse la cosa più replicata sulle reti locali: 250 puntate in sei edizioni. Anche ‘Fatti unici’, su Rai 2 è stata un’esperienza straordinaria da ascolti record. Ma per ‘Fuori corso’ si è creata all’epoca una situazione perfetta, con Lucio Pierri che faceva parte della mia compagnia amatoriale, così come la stessa Floriana De Martino. Tutto nacque quando io e Ciro Villano ci incontrammo: io allora facevo TeleGaribaldi. Nacque sin da subito il divertimento tra noi anche nel parlare delle cose quotidiane, e da quel momento è nato ‘Fuori corso’. All’epoca però non capimmo l’importanza di quel che facevamo: c’erano tutte le condizioni per passare sulle reti nazionali, se solo avessimo avuto l’occasione. Mi sono divertito moltissimo a realizzare le puntate: il 50% del girato non era scritto, ma tutto improvvisato. ‘Fuori corso’ ormai appartiene al passato, ma c’è una mezza idea di tornare a fare qualcosa insieme io e Ciro.