NAPOLI – Lega e Movimento 5 Stelle continuano a scontrarsi su questioni chiave. Se è vero che i toni accesi possono servire in campagna elettorale per occupare tutti gli spazi e impedire alle opposizioni di infilarsi nel dibattito politico, è altrettanto vero che dopo il voto per le Europee bisognerà ricostruire l’immagine di un governo unito e credibile. Misure come il reddito di cittadinanza non hanno sortito l’effetto sperato e rischiano di rivelarsi un boomerang. A fare il punto con Cronache è il senatore campano Sergio Vaccaro.
Onorevole, tra campagna elettorale per le elezioni europee e scontri interni alla maggioranza gialloverde, queste sembrano giornate delicate su cui non solo si gioca la tenuta del governo, ma anche l’identità del M5S. Le polemiche interne non mancano, cosa si sente di dire agli ‘alleati’ e cosa a chi tra i suoi non risparmia critiche al Movimento?
Gli scontri ci sono perché noi e la Lega abbiamo sensibilità diverse. Ma questa insolita maggioranza, alla fine, sta funzionando, facendo le cose che servono all’Italia, al Sud e alla Campania, in particolare. Il governo non è mai stato messo in discussione da noi, perché il futuro dell’Italia non lo leghiamo a una poltrona; siamo leali al contratto di governo e, soprattutto, agli italiani che ci hanno votato per cambiare. Agli alleati dico: guardiamo avanti e realizziamo le cose che abbiamo messo nel contratto di governo. A chi ci critica dico: i critici pensavano che il reddito di cittadinanza non si sarebbe fatto e si è fatto. Pensavano che l’economia sarebbe andata male. E, invece, cresce l’occupazione stabile, soprattutto dei giovani: +60 mila unità; anche il tasso di occupazione sale, arrivando al 58,9%. Cala invece la disoccupazione che arriva al 10,2%, mentre la disoccupazione giovanile è al 30,2%. Non era così bassa dal 2011. L’Italia è finalmente fuori dalla recessione, causata dalle politiche dell’austerità volute dal Pd: i dati sul primo trimestre del 2019 ci indicano il Pil a +0,2%, nonostante la guerra doganale di Trump con la Cina. Certo, quando è in ballo la nostra identità, non possiamo arretrare, come nel caso Siri. Ma le cose fatte sono tante.
Tra le misure a voi care c’è il reddito di cittadinanza. Siete riusciti ad approvarlo e ad avviarlo, ma sembra qualcosa non stia funzionando: la somma stanziata non è quella annunciata dei 780 euro, i centri per l’impiego non hanno ancora subito nessuna trasformazione, ancora non ci sono i navigator…
La somma stanziata, il massimale, è proprio 780 euro, solo che la media distribuita alle famiglie è diversa, a secondo della situazione patrimoniale. Abbiamo varato un provvedimento che aiutasse veramente chi ha bisogno, con l’obiettivo di indurlo a lavorare. Il rischio dei finanziamenti a pioggia per i “divanisti” sono stati fugati proprio dal governo, che ha reso noti i dati degli assegni di reddito di cittadinanza ritirati, perché la gente o truffava o non ne aveva diritto. Per noi, il lavoro è una cosa veramente seria e sacra. Alla fine, fra poco arriveranno i navigator e, nonostante i detrattori parlassero di caos agli sportelli, tutto è filato liscio. Un’ottima prova, non solo del governo, ma di tutta la Pubblica amministrazione che ha lavorato nella direzione giusta. Questo incentivo, serve a dare un futuro a chi era scivolato fuori dal mercato del lavoro, non è propaganda o assistenzialismo.
Da campano crede sia realmente possibile che gli aventi diritto al reddito, nell’arco di un anno e mezzo, verranno contattati per ottenere un posto di lavoro? In che modo contate di recuperare ‘opportunità’ lavorative in una Regione in cui è difficile perfino incrociare domanda e offerta?
I centri per l’impiego, alla fine, incrociano domanda e offerta su scala nazionale e, dunque, è ovvio che verranno offerte proposte di lavoro, dopo la prima, che magari non sono nel Comune di residenza. Io credo che se una persona cerca lavoro, non ha paura di lasciare il suo territorio per trovarlo. Certo, la vera sfida è un’altra. Creare lavoro in territori dove non c’è e che, anzi, hanno subito processi di desertificazione industriale. Anche da questo punto di vista, noi del M5s abbiamo cambiato musica. Risolvendo vertenze, riprendendo a parlare di politiche industriali e di investimenti pubblici anticiclici, anche scontrandoci con i divieti a spendere di Bruxelles. Abbiamo fatto tanto. Ma potremo fare di più, cambiando questa Ue che ha puntato sciaguratamente sull’austerità. Nel Decreto Crescita, abbiamo approvato una serie di misure importanti di sostegno alle imprese e di impulso per l’economia. Con il Fondo Nazionale Innovazione, abbiamo stanziato un miliardo l’anno di venture capital per il lavoro dei giovani. Abbiamo sbloccato il turnover nella Pubblica amministrazione, con circa 450.000 nuove assunzioni nei prossimi tre anni. Per incentivare gli investimenti delle imprese insediate nelle Zone economiche speciali, come al Sud, istituiamo un Fondo denominato “Piano grandi investimenti – ZES” a cui sono destinati 300 milioni di euro per gli anni 2019 e 2020. Aumentano gli investimenti pubblici. Questi sono fatti che suggeriscono che stiamo, finalmente, creando lavoro. È finita la stagione dei tagli.
Crede che il calo nei sondaggi possa dipendere dalle aspettative deluse anche sulla vicenda reddito? Come recuperare fiducia nell’elettorato in vista del voto di fine maggio?
Sicuramente, la Lega ha tratto profitto dalla riduzione degli sbarchi, mentre le nostre politiche economiche hanno avuto bisogno di tempo e, ancora, si devono vedere tutti gli effetti. Ora che, però, si vedono i risultati, continueremo a crescere nei consensi. Ne sono sicuro.
In Campania sono centinaia le vertenze ancora aperte. Quali crede siano risolvibili e su quali pensa possiate incontrare maggiori difficoltà e perché?
Ho partecipato a decine di vertenze. Vengo dall’area Nord di Napoli e so cosa significhi il lavoro per questo territorio. Credo che c’è lo spirito giusto per risolvere tutto. Ricordiamo che questo governo ha tolto i finanziamenti alle aziende che delocalizzavano. Con questo governo, le imprese tornano a Sud, invece di fare il solito gioco “prendi i soldi e scappa”.
Se dopo il voto la Lega staccasse la spina, pensa sia possibile una maggioranza alternativa per evitare il ritorno al voto? Magari col Pd?
Non credo che la Lega staccherà la spina. Sarebbe una follia. Uno sbaglio non solo verso di noi, ma verso gli italiani. Il Pd? Di Maio ha detto che si devono redimere. Se si sono sentiti offesi, approvassero subito la nostra proposta di salario minimo, di taglio al numero dei parlamentari, invece di fare melina, contrastare le nostre proposte per il lavoro e, magari, proporre leggi, come ha fatto Zanda, per aumentarsi gli stipendi.