NAPOLI – “Non siamo disposti a rinunciare al simbolo alle elezioni comunali di Napoli”: Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, risponde in maniera lapidaria alla domanda di Cronache di Napoli. Il clima tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, a livello nazionale, è incandescente. La Meloni chiede che sia rispettata la regola che assegna all’opposizione la presidenza del Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sui servizi segreti. Il presidente in carica, il leghista Raffaele Volpi, non molla la poltrona, pur essendo il Carroccio entrato a far parte della maggioranza che sostiene il governo guidato da Mario Draghi. Salvini risponde in maniera piccata alla richiesta della Meloni di lasciare a Fratelli d’Italia, e in particolare all’attuale vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso, la presidenza: “Non mi interessano le poltrone”, dice gelido il leader del Carroccio. La tensione tra Salvini e la Meloni ha immediate ripercussioni sulle trattative nel centrodestra per individuare i candidati a sindaco delle grandi città chiamate al voto il prossimo autunno: Milano, Torino, Roma, Bologna e Napoli. O anche altri capoluoghi di provincia come Salerno e Caserta.
Il “no” di Lollobrigida all’ipotesi di presentare a Napoli una lista civica al posto di quella di Fratelli d’Italia non sembra una mossa tattica, ma una decisione irrevocabile, che mette nei guai Catello Maresca. Il magistrato partenopeo sembrava ormai sul punto di scendere in campo, alla guida del centrodestra “de-partitizzato”, con Lega, FdI e Forza Italia mascherati dietro simboli civici, così come chiesto dal giudice. Niente da fare: la Meloni non ci pensa nemmeno a rinunciare a presentare il suo simbolo, e così Maresca resta fermo ai box, mentre sull’altro versante Gaetano Manfredi è ormai, salvo clamorosi imprevisti, il candidato di Pd, M5S, Leu, Iv e liste civiche moderate e centriste, oltre a quelle che fanno riferimento al presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Sono 18, al momento, le liste pronte a correre a sostegno di Manfredi, ex ministro dell’Università del governo guidato da Giuseppe Conte.
Il Pd chiede di ridurle, probabilmente si chiuderà a 15 liste. Maresca riflette sul da farsi: “Da qualche giorno”, dice a Cronache un big di Forza Italia, “Maresca sembra fermo. E’ comprensibile che stia valutando lo stato dell’arte nel centrodestra, una personalità del suo spessore non può certo essere soggetto a lotte interne tra le correnti dei partiti”. Intanto, anche esponenti della maggioranza che sostiene il sindaco Luigi De Magistris stanno bussando alla porta di Manfredi, ma il veto su chi ha sostenuto l’attuale primo cittadino sembra al momento insuperabile. Non sembrano esserci margini per inglobare in coalizioni né gli assessori né figure troppo legate all’ex pm.