ROMA – Nella Fase 2, con la ripresa graduale di tutte le attività, l’intero circuito produttivo e commerciale italiano è a rischio di infiltrazioni mafiose. L’allarme arriva dal comitato di Ordine e Sicurezza che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato con i vertici di polizia, della Difesa e dei servizi segreti. Sul tavolo, una valutazione della prima fase dell’emergenza – connessa al contenimento del virus -, e un’analisi dei rischi di infiltrazioni del tessuto economico e sociale.
L’analisi del Viminale
Sembra che il problema principale della ripresa sia la (forte) mancanza di liquidità prodotta dalla crisi sia per le aziende che per le famiglie. A cui è seguita l’immissione di finanziamenti pubblici ingenti, nazionali e comunitari. Uno scenario che può favorire “dinamiche corruttive e rapporti illeciti tra imprenditori, funzionari pubblici e organizzazioni criminali”, fa sapere il comitato.
Le misure adottate
Lamorgese ha già disposto alcuni interventi: la direttiva del 10 aprile ai prefetti per sollecitare la massima attenzione sui rischi di inquinamento dell’economia legale connessi all’emergenza; il protocollo di legalità con il ministero dell’Economia e con la Sace per assicurare la completa funzionalità del sistema di garanzia alle banche che finanziano le imprese. L’intensificazione dei contatti diretti, a livello centrale e periferico, con le associazioni di categoria. Su indicazione di Lamorgese è stata disposta poi l’intensificazione della prevenzione al riciclaggio (con particolare attenzione alla filiera agroalimentare, alle infrastrutture sanitarie, all’approvvigionamento del materiale medico, al comparto turistico alberghiero, alla ristorazione). E una elevata attenzione al monitoraggio dei ‘reati spia’ indici di infiltrazione criminale nel circuito economico finanziario (l’usura, l’illecita concorrenza attraverso la minaccia e la violenza, le truffe, il trasferimento fraudolento di beni, la corruzione e gli illeciti negli appalti).
Diminuzione dei reati
Il dato positivo è che dall’1 al 31 marzo c’è stato un calo dei reati sul territorio nazionale di oltre il 66%. 203.723 delitti commessi nel 2019, 68.069 nel 2020. C’è, in particolare, una diminuzione dei maltrattamenti in famiglia (-37,4%) e delle rapine nelle farmacie (-28,2%). Ma un l’incremento, in controtendenza, dei reati legati all’usura (+9,1%).
Controlli massicci
Massicci i controlli per garantire l’osservanza delle misure di contenimento della diffusione del virus. Dall’11 marzo al 28 aprile sono stati oltre 15 milioni, 11.117.385 sulle persone, 4.338.099 sugli esercizi commerciali. Nella prima fase dell’emergenza sanitaria, i dispositivi di sicurezza, vigilanza e controllo hanno impiegato ogni giorno nelle attività operative 58.900 agenti di pubblica sicurezza delle forze di polizia e delle polizie locali. Con 1.518 militari che rientrano nel contingente dell’Operazione ‘Strade sicure’.
(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)