Ci sono i “grandi virologi” che frequentano il salotto buono del miliardario Fabio Fazio. Quelli che, come Roberto Burioni, il 2 febbraio del 2020 affermava apoditticamente che “in Italia il rischio di contrarre il Coronavirus è zero”. E ci sono quelli che non sono ammessi alla corte progressista di Carlo De Benedetti. Come Giulio Tarro (nella foto), il quale affermava in tempi non sospetti che col caldo il contagio avrebbe subito una flessione. Se si volesse guardare ai fatti si capirebbe subito chi è che ha fatto affermazioni quantomeno azzardate. Invece Burioni continua a parlare senza doversi preoccupare di far asseverare il proprio curriculum, mentre un vero e proprio plotone di esecuzione ha concentrato tutta la propria potenza di fuoco mediatico sull’altro. Reo, secondo il settimanale l’Espresso, di aver gonfiato il proprio palmarés a suon di quattrini ma, soprattutto, di essere un “virologo anti-De Luca” e di aver guidato la Società Scientifica per il principio di precauzione, che “avalla teorie sull’esistenza del Covid (?) e ha come componente il senatore Vincenzo D’Anna, noto anche per aver inventato la balla dell’attico a Manhattan di Roberto Saviano” (che nel suo curriculum ha una condanna definitiva per plagio, per dire). Contro la rivista e altri “organi di informazione” meno ufficiali, Tarro ha già sporto querela. Intanto lui, con un certo sollievo, commenta gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile.
Professore, i dati sui contagi e sui decessi sono in calo, come lei aveva previsto parlando del caldo estivo.
Era ora, direi. E aggiungo che con l’aumento del numero dei tamponi questi numeri hanno un peso ancora maggiore. Possiamo sperare nella scomparsa del pericolo per giugno.
Ma c’è il rischio di una recrudescenza dell’epidemia in autunno?
Penso che ora dovremmo preoccuparci del pericolo attuale. Poi penseremo a un eventuale ritorno in autunno. Il comportamento del Covid è quello comune a tutti i virus influenzali. L’epidemia colpisce buona parte della popolazione, poi si sviluppano gli anticorpi e le persone diventano immuni. Anche i pochi non contagiati rimasti sono protetti dal fatto che il virus non circola più.
Ma il governatore della Campania Vincenzo De Luca dice che le elezioni si devono tenere a fine luglio perché in autunno ci sarà un ritorno dell’epidemia. Cosa ne pensa?
Le rispondo con una domanda. Pensa che se non ci fosse stato il Coronavirus questi politici, che vogliono restare al loro posto il più a lungo possibile, sarebbero ancora dove sono ora? Si stanno aggrappando a questa emergenza in tutti i modi per giustificare le loro decisioni. Ci tolgono la libertà chiamando in causa il Coronavirus, giustificano qualsiasi provvedimento con il Coronavirus, vogliono imporci i vaccini invocando il Coronavirus, ci impediscono di uscire di casa per il Coronavirus. Se non ci fosse il Coronavirus e volessero sottoporci a tutto questo probabilmente li prenderemmo a calci.
Gli oppositori di De Luca evidenziano la contraddizione tra la linea dura del governatore sui divieti e il possibilismo sulle elezioni.
Certo, potremmo parlare di dissociazione. De Luca predica bene e razzola male. Come si dice in questi casi, parla “ad usum Delphini”.
Nella sua ultima conferenza stampa il premier Giuseppe Conte ha annunciato l’inizio della Fase 2 ma, per quanto riguarda spostamenti e attività economiche non ha concesso quella apertura che molti aspettavano. Fa bene a essere così cauto?
Io cerco di vedere cosa fanno gli altri, i Paesi anglosassoni o addirittura scandinavi. In Danimarca sono tornati a scuola, altrove fanno già una vita regolare e non ci sono tutti questi problemi. La ricetta israeliana è quella di isolare gli anziani e chi ha altre malattie e far circolare il virus tra i più giovani.
Ultimamente c’è stato uno scontro molto acceso tra lei e uno dei virologi più presenti nelle trasmissioni televisive, Roberto Burioni. Ma poi lei è stato attaccato anche da alcuni organi di stampa, tanto che ha annunciato diverse querele.
Si tratta della stessa cricca che mi attaccò quando pubblicai un libro sui vaccini. Già all’epoca querelai una rivista e una sigla di biologi. Ci sono tre querele già depositate in procura, una delle quali dovrebbe essere dibattuta da un momento all’altro. Ora ci sono l’Espresso e la presidente della società di Immunologia (a tal proposito c’è un articolo sul web di Huffington Post, altro giornale del gruppo Gedi che edita l’Espresso, ndr). Se ne stanno occupando per me l’avvocato Carlo Taormina e il presidente di Codacons.
Contestano il suo curriculum.
Preferisco parlare del merito di quello che dico. Non scendo al loro livello e sicuramente non mi metto a esibire i miei titoli solo perché qualcuno li mette in discussione. Di attacchi nella mia carriera ne ho avuti tanti, anche quando ho scoperto il “male oscuro”. Lottai contro la cultura imperante, contro il Comune di Napoli, persino contro il ministero della Sanità e l’OMS. Fui accusato di andare contro la deontologia medica, poi ne sono uscito senza problemi. Anzi, vinsi su tutta la linea. I bambini non morivano più grazie al mio lavoro. Anche allora tentarono di creare un caso per screditarmi. Le battaglie non mi hanno mai fatto paura e non combatto per la gloria. Combatto perché questo è il mio lavoro e ho sempre agito nel rispetto della deontologia professionale. Sono stato uno studente modello, non ho mai avuto un voto inferiore al 30, ho bruciato tutte le tappe in ambito professionale. Ho attraversato epidemie e ho vinto le mie battaglie, dal colera all’aviaria. Questo mi basta. D’altra parte anche il mio maestro Albert Sabin fu attaccato quando sconfisse la Poliomelite. Io ho avuto le mie soddisfazioni, sono Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica, onorificenza che mi è stata conferita dal presidente della Repubblica italiana su proposta del ministro della Salute, medaglia ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte su proposta del ministro dell’Istruzione. Mi dispiace anche solo parlarne perché mi pare poco dignitoso. Ma qui mi pare che qualcuno stia insinuando che tutto questo l’ho comprato e in qualche modo devo difendermi.
E contro il Coronavirus? Quale pensa sia la strada da seguire?
Io suggerisco la sieroterapia, l’uso degli anticorpi dei guariti per combattere il virus. Non ci sarebbe bisogno nemmeno del vaccino.
Burioni aveva detto che il virus non si sarebbe diffuso in Italia. Da allora sono morte 27mila persone. Lei diceva che i numeri del contagio sarebbero calati col caldo e a fine aprile possiamo dire che si sta già verificando. Eppure la stampa si è accanita contro di lei.
Le dichiarazioni di Burioni sono responsabilità di Burioni. Io non commento le dichiarazioni altrui.
Ma la stampa ha messo in discussione la professionalità di Tarro, non quella di Burioni.
Sì, ma per quanto mi riguarda non c’è contrapposizione tra me e lui. Anche perché non è nessuno. Può fare l’allergologo, non il virologo.