di Matteo Bosco Bortolaso
ROMA (LaPresse) – Si è chiusa la due giorni di incontri voluti dal ministro Luigi Di Maio sull’Ilva. La ‘maratona’ è finita con i rappresentanti di Arcelor Mittal, il colosso industriale che ha acquistato le attività siderurgiche di Ilva in Italia. Ancora non c’è chiarezza su quel che accadrà.
“Mi si chiede di risolvere in 15 giorni una questione rinviata per 6 anni. Noi i superpoteri non li abbiamo ma ce la metteremo tutta. Ho predisposto un approfondimento sul piano industriale, aziendale e ambientale. Nei prossimi giorni continueremo ad approfondire questo dossier, consapevoli che ci sono delle scadenze“, ha spiegato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Sul calendario c’è il primo luglio segnato in rosso: quel giorno, in teoria, dovrebbe iniziare la nuova era Ilva, targata Arcelor Mittal. Oppure si potrebbe decidere di chiudere l’impianto.
La delegazione dell’acquirente era guidata dal CEO indiano Lakshimi Mittal (che ha parlato di “buon incontro”) e da suo figlio Aditya, responsabile per le operazioni in Europa. Il colosso siderurgico è “pronto a chiudere l’operazione entro il periodo concordato ed essere operativo il 1 luglio”, mettendo tra le priorità non solo l’azienda italiano ma anche “le comunità locali”, ha spiegato una nota.
Le comunità e le associazioni, peraltro, sono state ascoltate anche loro al Mise
Tommaso Marazia, della associazione Medici per l’ambiente, si è augurato che “ci si orienti verso una chiusura” dell’impianto. Ipotesi su cui “a noi è parso di capire che Di Maio fosse possibilista”.
Parlando con Marazia e altri ambientalisti, il leader pentastellato è stato esplicito: “Vengo dalla Terra dei Fuochi, da me muoiono ancora e il mostro ce l’abbiamo sotto terra”. “Lavoro al ministero giorno e notte per studiare le carte. Faremo uno screening attento, anche delle carte che prima non erano accessibili”, ha aggiunto Di Maio. Le cui parole sono state registrate in un video dagli ambientalisti. “Visto che i tempi sono stretti prenderemo una decisione a breve”, ha spiegato il ministro. “La vostra presenza qui significa anche un’altra cosa per me: che sarete parte di questa decisione”.
La seconda giornata di incontri era iniziata con un faccia a faccia tra Di Maio e il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. All’uscita, il rappresentante degli industriali aveva parlato di un confronto interlocutorio ma “sano” e “da apprezzare”.