MUGNANO – Si chiamava Giovanni Borrelli, aveva 53 anni, e la sua vita si è spezzata brutalmente sull’Asse Mediano, mentre svolgeva il suo lavoro di rider. Un impatto violento, devastante, contro un’auto guidata da una donna di 55 anni originaria del Beneventano, avvenuto nella notte, all’altezza dello svincolo Aversa Sud-Lusciano, in direzione Giugliano. Giovanni era in sella al suo scooter, presumibilmente intento a effettuare una consegna. Poi l’impatto, la caduta, il corpo sbalzato sull’asfalto, e una scena che si è trasformata rapidamente in un incubo. I primi automobilisti di passaggio si sono fermati, compresa la donna al volante dell’auto coinvolta nel sinistro. I soccorsi sono scattati nel giro di pochi minuti, ma per il 53enne non c’è stato nulla da fare: i sanitari del 118, giunti tempestivamente, hanno potuto solo constatarne il decesso. La polizia stradale è intervenuta sul posto per i rilievi e le indagini di rito. Al momento la dinamica dell’incidente non è ancora chiara: sarà necessario comprendere se si sia trattato di una mancata precedenza, un sorpasso azzardato o un’improvvisa invasione di corsia.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza e le testimonianze saranno cruciali per far luce sull’esatta ricostruzione dei fatti e stabilire eventuali responsabilità. La donna alla guida dell’auto è rimasta illesa, ma sarà ascoltata dagli inquirenti. La notizia della tragica scomparsa di Giovanni si è diffusa nel giro di poche ore a Mugnano, suo paese natale, dove l’uomo era molto conosciuto e stimato. Solo lo scorso ottobre era convolato a nozze con Filomena, la donna che amava e con cui aveva progettato un futuro fatto di speranze e piccoli sogni quotidiani. Chi lo conosceva lo descrive come un uomo semplice, allegro, generoso, sempre pronto a spendersi per la famiglia e per gli altri. Lavorava instancabilmente come rider, ma coltivava anche una grande passione per il teatro amatoriale, in cui riusciva a esprimere la sua anima brillante e sensibile.
Decine di messaggi di cordoglio sono apparsi sui social: “Il destino è crudele, non doveva andare così… Eri una bella persona, sempre scherzosa, un padre tutto per i figli”, scrive l’amico Salvatore, lasciando traspari- re il dolore di una comunità attonita. Il volto sorridente di Giovanni, le sue corse tra una consegna e l’altra, le battute fatte sul palco o tra amici, rimarranno un ricordo indelebile per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Una morte sul lavoro, silenziosa e ingiusta, che riaccende anche il dibattito sulla sicurezza stradale e sulle condizioni dei rider, spesso costretti a lavorare in orari notturni e su strade ad alto rischio.