MILANO – La disponibilità di personale qualificato (85%), i costi energetici (82%) e l’incertezza sul futuro (78%), sono le barriere a lungo termine più frequentemente citate per gli investimenti nell’Unione Europea, analogamente agli Stati Uniti. È ciò che rileva la settima edizione dell’Indagine della BEI sugli investimenti, che offre un insieme di informazioni uniche a livello di impresa che sono state raccolte da aprile a luglio 2022.
Il principale cambiamento rispetto a EIBIS 2021 è l’ostacolo legato ai costi energetici. Le imprese dell’UE, in particolare, ritengono che questo sia un ostacolo importante. Come in EIBIS 2021, una delle principali differenze tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti è l’ostacolo dell’accesso ai finanziamenti, che viene segnalato più frequentemente dalle imprese dell’UE rispetto a quelle statunitensi. Al contrario, le imprese statunitensi tendono a segnalare più frequentemente delle imprese dell’UE gli ostacoli legati alla regolamentazione delle imprese e del mercato del lavoro e all’adeguatezza delle infrastrutture di trasporto.
(LaPresse)