MILANO (LaPresse) – Imprese, Camera di Commercio: “In Lombardia attive 2.351 società per i baby settori”. Sono 2.351 le imprese legate alla produzione di beni e servizi per la prima infanzia attive in Lombardia nel 2018. E’ quanto emerge dall’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro, diffusa in una nota. Pesano il 16,5% del totale italiano che è 14.212 imprese e danno lavoro a oltre 21 mila addetti su 94 mila nel settore a livello nazionale. Si tratta soprattutto di servizi di asili nido e assistenza ai minori (882 sedi d’impresa). Ma anche scuole d’infanzia (804) e commercio di confezioni per bambini e neonati (652). Le imprese femminili dominano il settore. Rappresentando il 62% delle attività in Lombardia. E il 69% in Italia mentre sono di giovani under 35 l’8,7% delle imprese in regione e il 13,3% a livello nazionale.
Imprese, Milano è la prima provincia lombarda per attività: in Italia dopo Roma e Napoli
Milano con 673 attività, prosegue la nota, è la prima provincia lombarda e la terza in Italia, dopo Roma (1.105) e Napoli (1.028), per numero di imprese. Ma sale al secondo posto per numero di occupati (oltre settemila). Dopo Roma (circa diecimila) e prima di Reggio Emilia (4.600 circa). Tra le lombarde bene anche Brescia per imprese (con 300 è al nono posto in Italia) e Monza e Brianza e Bergamo per addetti, rispettivamente al 7° e 9° posto con 3.245 e 2.396 addetti.
Mantova è prima per peso delle imprese femminili
Mantova è prima per peso delle imprese femminili (92% di quelle che operano nel settore dell’infanzia), primato anche italiano, e dei giovani (19% del totale). “Questi settori, dove da sempre facciamo la nostra parte, sono in prevalenza guidati da donne e i numeri lo dimostrano”, ha dichiarato Marzia Maiorano, presidente del comitato per l’imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Le dichiarazioni di Marzia Maiorano
“Ora è necessario e urgente – ha aggiunto – guardare al futuro, in ambiti in cui poter applicare le materie STEM (Scienze Tecnologia Ingegneria e Matematica), dove in questo momento storico non siamo presenti come dovremmo. A livello Paese, se non verranno riequilibrati i team anche nelle aziende con alta spinta innovativa con la presenza femminile, le nostre imprese rischiano di essere limitate nella sfida internazionale e nell’accrescimento del PIL. La presenza di donne nei settori legati alle persone è un valore prezioso. Tra l’altro ci consentiranno di metter a fattor comune un’expertise fondamentale per quello che sarà il futuro relazionale tra persone e robot. Sono fattori che indicano come il comparto femminile abbia un’opportunità senza precedenti di guidare la crescita facendo sistema”.