ROMA – Ci siamo: il 17 giugno, lunedì, scade il pagamento per Imu e Tasi. Va versato infatti l’acconto con una rata calcolata secondo le regole stabilite nel 2018. Basterà dunque versare il 50% di quanto corrisposto lo scorso anno, naturalmente se la propria situazione immobiliare è rimasta inalterata.
Attenzione a dicembre
Ma la situazione cambierà a dicembre, in occasione del saldo: la legge di Bilancio 2019 ha cancellato lo stop agli aumenti imposto ai Comuni dal 2016. Ovvero, i comuni avranno la possibilità di aumentare le aliquote oltre che l’addizionale Irpef. E’ quindi molto probabile che le imposte sugli immobili costeranno di più nel 2019.Eventuali rincari decisi dai Comuni per quest’anno si faranno sentire sulle tasche dei contribuenti solo in occasione del saldo di dicembre: “Le aliquote relative al 2019 potrebbero già essere usate il 17 giugno, però, se il Comune – anziché un rincaro – ha previsto uno sconto. Oppure quando l’aumento è di pochi euro e il proprietario vuole evitare di rifare i conteggi con il conguaglio in occasione della seconda rata”.
Le agevolazioni
I Comuni hanno tempo fino al 28 ottobre 2019 per stabilire le nuove aliquote. Nel mese di dicembre 2019, quindi, Imu e Tasi andranno ricalcolate in base alle nuove aliquote, detraendo quanto pagato a giugno. Ricordiamo che per l’anno in corso sono state confermate le agevolazioni in vigore: c’è l’esenzione completa per l’abitazione principale purché non di lusso, la riduzione del 25% per gli immobili affittati a canone concordato e la riduzione al 50% per i comodati genitore-figlio.
Chi deve pagare
La tassa sulla casa è dovuta da tutti i proprietari di immobili situati in Italia e tutti coloro che su di essi sono titolari di un diritto reale come l’usufruttuario o chi ha un diritto d’abitazione, di uso, enfiteusi e superficie. L’imposta va versata anche dalle società per tutti gli immobili posseduti di qualsiasi categoria, anche se utilizzati nell’esercizio dell’attività, esclusi solo gli immobili-merce costruiti per la vendita e invenduti, purché non locati.
Chi è esente
L’esenzione per l’abitazione principale si applica solo a chi vi dimora e ha la residenza anagrafica