Italia viva fra due fuochi in Campania dopo la presa di posizione del leader Matteo Renzi nei confronti del governatore Vincenzo De Luca sull’apertura delle scuole. Ma nessuno strappo irricucibile. La geografia politica regionale, per ora non cambia e anche il fatto che i consiglieri regionali di Iv abbiano sostenuto la capogruppo di Forza Italia Annarita Patriarca come grande elettrice con De Luca e il presidente del parlamentino campano Gennaro Oliviero, non significa che in futuro la cosa debba necessariamente ripetersi. E’ comunque evidente che qualcosa inizia a muoversi e che solo dopo l’elezione del presidente della Repubblica si capirà se le attuali alleanze avranno ancora motivo di esistere o meno. Fatto è che sulla scuola una prima scollatura tra De Luca e i renziani, che lo hanno sempre sostenuto incondizionatamente difendendolo a spada tratta in ogni occasione, si è verificata. E sulla gestione regionale della sanità il capogruppo in Regione Tommaso Pellegrino si è espresso in termini critici, dichiarando che “le lunghe file agli hub che in alcuni territori funzionano solo uno/due giorni a settimana, le dosi insufficienti, la piattaforma sulla quale iscriversi che spesso risulta inaccessibile, la scarsa informazione in particolare ai soggetti fragili e per la fascia d’età dai 5 ai 12 anni, sono alcune delle criticità segnalate da amministratori, associazioni e cittadini. Non possiamo consentirci disservizi, disinformazione” con “ritardi nelle vaccinazioni”.
“La posizione di Renzi sulla scuola è stata chiara sin dall’inizio – ha spiegato la coordinatrice di Iv Napoli ed ex senatrice Graziella Pagano – così com’è chiaro che nessuno vuole le scuole chiuse, a patto però che si risolvano i problemi delle classi affollate, degli impianti di areazione e dell’edilizia scolastica che in Campania vede situazioni complesse. De Luca ha avuto questa preoccupazione e io sono dell’avviso che si debba mediare tra il diritto all’istruzione e alla scuola, che nessuno mette in dubbio, e l’esigenza di tutelare la salute di tutti. Oggi la situazione è complessa e difforme tant’è che circa 42 sindaci hanno emesso ordinanze per la didattica a distanza”.
Quindi, a sentire la Pagano, nessuno strappo di merito tra renziani e governatore. Eppure considerato che prima che il consiglio regionale eleggesse la terna che andrà a Roma a votare per il presidente della Repubblica, da palazzo Santa Lucia pare fosse arrivata l’indicazione di votare De Luca, Oliviero e la capogruppo 5 Stelle Valeria Ciarambino, qualcosa nel gruppo di Iv sta cambiando. Il desiderio di rivendicare il proprio peso politico come terzo gruppo più numeroso della maggioranza era stato annunciato dal consigliere Francesco Iovino e nei fatti si è tradotto nel voto alla Patriarca che ha portato la grillina a fare un passo indietro. Perché, checché se ne dica parlando di rispetto della democrazia e di garbo istituzionale, l’intenzione iniziale era quella di tenere fuori il centrodestra dalla triade. Iv ha avuto un peso, ma quanto accaduto non implica necessariamente futuri accordi tra renziani e berlusconiani. “Il tema reale è la democrazia – ha detto Pagano – due rappresentanti di maggioranza e uno di opposizione, tutto il resto è demagogia. In Regione l’opposizione è sia dei 5 Stelle che del centrodestra e il fatto che il M5S a livello nazionale sia maggioranza confonde le acque. Credo che in questo momento la priorità sia eleggere un presidente della Repubblica che sia espressione di tutto il Parlamento, tutti gli altri ragionamenti sono inattuali. Il pallino in mano ce l’ha il centrodestra che ha più voti, ma sbaglierebbe ad arroccarsi su un suo candidato. Da senatrice mi è capitato di eleggere il Capo dello Stato e c’era sempre un primo tentativo di imporre un proprio candidato, ma poi serviva la mediazione e l’accordo si trovava sempre. E’ chiaro che probabilmente sarà più del colore di chi ha più voti”. Ogni discorso sul grande centro è rimandato. “La nostra ipotesi è di un centro riformista che guardi al centrosinistra con tutte quelle forze che sono stanche di non essere rappresentate – ha concluso l’ex senatrice – anche pezzi di moderati e gente che ha smesso di votare e non è né populista né sovranista. Non il centro di una volta, ma un gruppo riformista forte che aiuti il Pd a venire fuori dall’idea del partito come ditta”.
In Campania Italia viva ora chiede spazio e ‘strappa’ su scuola e sanità
Renziani polemici su aule chiuse e file agli hub: messaggi a De Luca. Pagano: “Lavoriamo a un centro che coinvolga anche chi non vota più”