In Russia cresce il dissenso verso l’invasione dell’Ucraina

in foto il presidente russo Vladimir Putin in videoconferenza a Mosca, in Russia, venerdì 25 marzo 2022. (Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)

WASHINGTON – In Russia cresce il dissenso sull’invasione in Ucraina. Così dopo 92 giorni di combattimenti comincia a comparire una certa stanchezza. Lo afferma il quotidiano americano ‘Washington Post’ secondo cui ad oggi ci sarebbe chi “appoggia il conflitto”, chi “moltiplica manifestazioni di malcontento” e chi opterebbe per un immediato “cessate il fuoco”. E sempre secondo il maggiore giornale della capitale statunitense riportando quanto detto dal capo del gruppo di consulenza politica R.Politik Tatiana Stanovaya – Vladimir Putin sarebbe – bloccato tra due mondi: non riuscirà a mantenere intatta la sua reputazione né in caso di ritirata dall’Ucraina né in caso di vittoria”.

Il malcontento

Il deputato comunista di Vladivistok, schieratosi dalla parte di chi ha chiesto di fermare il conflitto e di ritirare le truppe “ha dichiarato: “E’ chiaro che, se il nostro Paese non ferma l’operazione militare, avremo più orfani”. Emblematico anche il gesto di Boris Bondarev, consigliere della missione russa alle Nazioni Unite: le sue dimissioni sono state giustificate dalla dichiarazione in cui ha detto di “vergognarsi del proprio Paese per quanto sta facendo all’Ucraina”

La sconfitta

E, un gruppo di esperti militari pare abbia chiesto a Vladimir Putin “di stanziare più truppe in Ucraina e di utilizzare armi più avanzate di quelle impiegate finora”. Le loro critiche sono state mosse anche dal ritiro dei soldati da Kiev e Chernihiv, oltre che dalla sconfitta subita sul fiume Siversky Donets dove sarebbero morti almeno 485 soldati russi.

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