Inaugurato l’anno giudiziario a Napoli, il presidente De Carolis: le opinioni non si trasformino in tifo

Il procuratore Riello: "Le due Napoli che qualcuno descrive non esistono perché sono contigue perché l'una si serve dell'altra e viceversa"

NAPOLI- È stato inaugurato questa mattina, nella splendida cornice del Maschio Angioino, l’anno giudiziario per quel che concerne la Corte di Appello di Napoli. Al di là dell’ormai nota carenza di personale e della drammatica lunghezza dei processi, sono stati toccati diversi argomenti che vanno oltre i confini delle aule di tribunale e sconfinano nel sociale, che dovrebbe essere una priorità per favorire la risoluzione dei tanti problemi di Napoli e non solo.

La pressione dei sociale

Il presidente della Corte Giuseppe De Carolis di Prossedi ha relazionato sull’attività del distretto, sottolineando che “l’ottimo e proficuo rapporto tra magistratura e avvocatura”, puntando il dito contro la gogna mediatica dei social: “Si assiste a una sorta di polarizzazione delle opinioni, secondo una logica di tifoseria. Situazione che finisce per nuocere al giudizio e tende a trasformare la legittima richiesta di giustizia in desidero di vendetta e genera violenti attacchi ai giudici che hanno emesso decisioni non in linea con le aspettative della folla social”.

La contiguità tra la Napoli legale e la Napoli illegale

Incisivo l’intervento del procuratore generale Luigi Riello: “Troppo spesso si parla di questa splendida città come divisa in due parti. Una legale e lontanissima dagli illeciti e l’altra, spesso ghettizzata in qualche specifico territorio, che è solo negatività. Ebbene non è così. La Napoli legale spesso si rivolge a quella illegale per ottenere manodopera a basso costo, donne di servizio, prostituzione, stupefacenti, gioco d’azzardo, articoli contraffatti. Le due Napoli che qualcuno descrive non esistono perché sono contigue perché l’una si serve dell’altra e viceversa”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome