ROMA – Gli incendi continuano a devastare l’Italia del sud e le isole. E dalla Sardegna, dov’è in vacanza, interviene il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, colpito dalla devastazione che, nelle scorse settimane, ha interessato l’oristanese. Ettari ed ettari di boschi e macchia mediterranea andati letteralmente in fumo, tra Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia, con danni in termini di vite umane (quattro i morti nella sola Calabria nell’ultima settimana), economici e sociali enormi. “Vedere direttamente la devastazione provocata dagli incendi fa comprendere l’immensa portata dei danni provocati alla vita dei comuni colpiti e al loro territorio e del pregiudizio arrecato al futuro dei giovani. Chi se ne è reso colpevole ha sulla coscienza una gravissima responsabilità”, ha detto il capo dello Stato sorvolando in elicottero la zona di Oristano colpita dagli incendi a fine luglio.
L’emergenza continua in Sicilia, con il parco delle Madonie devastato da giorni, e in Calabria, dove è arrivato oggi il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Prima una riunione in prefettura a Reggio Calabria, città metropolitana più colpita della regione, con le fiamme che ancora divampano in Aspromonte e lambiscono la foresta vetusta. E dove sono morte, due giorni fa, due persone, nell’inutile tentativo di mettere in salvo il proprio bestiame. Poi il capo della Protezione civile è volato a Catanzaro, per un’altra riunione con i sindaci dei Comuni più colpiti e con il presidente Nino Spirlì. Nessuna intenzione di dare giudizi, ha subito chiarito Curcio, ma il solo obiettivo di risolvere l’emergenza, ancora in corso seppure migliorata, e di pensare a ripartire con l’aiuto del territorio. Assicurando quel sostegno da parte del governo, anche in termini economici, voluto dal presidente del Consiglio Mario Draghi ma con un preciso piano per aumentare in particolare la prevenzione. “Non sono venuto a esprimere giudizi su nessuno, ma a portare il supporto operativo. L’idea della Presidenza del Consiglio dei ministri e del presidente Draghi è di essere vicino a un territorio duramente colpito anche con vittime e a ragionare con il territorio su come uscire da questo momento”, ha detto il capo della Protezione civile.
“Noi oggi – ha aggiunto – stiamo verificando come chiudere questa fase operativa, oggi ci sono ancora incendi in Calabria. Dopodiché si parlerà della prevenzione, della linea del bosco, di come tutelare i boschi, delle aree protette, di chi poteva fare di più, chi ha fatto bene, chi può migliorare”.
Restano i dubbi sull’origine degli incendi, potenzialmente di natura dolosa. E la necessità di inasprire le pene, ventilata da alcuni. In prima linea proprio il presidente Spirlì: “Io personalmente sarei per il fine pena mai ma mi rendo conto che potrei essere eccessivo”, ha detto tranchant. A chiamare in causa Draghi sono anche i presidenti di Anci Sardegna, Anci Sicilia e Anci Calabria, che al premier chiedono l’attivazione immediata del tavolo politico-istituzionale col governo per intraprendere, da subito, un’azione energica di contrasto al fenomeno degli incendi che investa anche gli aspetti pedagogici e di educazione ambientale e il necessario rafforzamento dei sistemi di prevenzione, di intervento e di lotta attiva al fuoco. Anche il Lazio non è stato risparmiato dal fuoco, con incendi divampati nel corso della notte a Tivoli, a due passi dalla Capitale, tanto che il presidente Nicola Zingaretti ha firmato la dichiarazione di calamità naturale in tutta la regione fino al 30 settembre.