Un agguato. Un’azione coordinata, studiata. Programmata da chissà quanto. Ma serviva il momento giusto per agire. Momento che si è presentato di notte. Sangue e fuoco all’Ipm di Nisida, dove due detenuti hanno dato fuoco a una cella e aggredito quattro agenti della polizia penitenziaria, tutti ricorsi alle cure dei medici. Martedì, durante la battitura serale, dopo che due reparti venivano accorpati e sorvegliati da un’unica unità di polizia penitenziaria, due detenuti di origini marocchine hanno appiccato il fuoco in una cella. Di conseguenza, il reparto si è riempito velocemente di fumo, propagato anche nel reparto sovrastante. Scattato l’allarme, gli agenti di polizia penitenziaria in servizio sono intervenuti per evacuare il padiglione e portare in salvo tutti i detenuti.
Durante le fasi di messa in sicurezza, i due detenuti marocchini responsabili dell’incendio, hanno proditoriamente e selvaggiamente aggredito il personale di polizia penitenziaria, procurando gravissime lesioni a due agenti. Una volta contenuta la furia dei due detenuti – racconta Federico Costigliola, coordinatore regionale campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Ben quattro unità di polizia penitenziaria sono state trasportare in ospedale con urgenza. Uno dei quattro poliziotti ha riportato una ferita alla testa e gli sono stati applicati diversi punti di sutura; un altro Agente ha riportato una forte frattura allo zigomo ed un dente rotto mentre altri due sono rimasti intossicati dal fumo. Più di cinquanta i giorni di prognosi loro refertati”.
Il sindacalista auspica che “il reparto detentivo coinvolto dall’incendio sia tempestivamente valutato e dichiarato inagibile visto che il personale dell’Ipm di Nisida, già svariate volte, si è ritrovato a dover lavorare nei Reparti detentivi in assenza delle benché minime condizioni d’igiene e salubrità necessarie, proprio a seguito di incendi durante i quali la fuliggine, le polveri degli estintori e il fumo li hanno resi invivibili. Vanno adottate celermente misure che possono ripristinare seriamente l’ordine e la sicurezza nel carcere minorile”. Costigliola, che esprime vicinanza ai colleghi feriti ed un forte plauso a tutti gli agenti intervenuti nell’evento critico, evidenza infine che “il Sappe denuncia da tempo le criticità di Nisida, che pur essendo riconosciuto come un esempio nell’ ambito della giustizia minorile, è evidente che necessiti di interventi importanti e mirati soprattutto a garantire quelle che sono almeno le minime ed accettabili condizioni lavorative per il personale di polizia penitenziaria che é ormai da troppo tempo stanco e demotivato”.
“La situazione penitenziaria è ogni giorno sempre più critica – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe, – A causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Il Sappe torna a chiedere una immediata revisione della detenzione minorile, in cui per assurdo ancora sono ristretti anche adulti, l’espulsione dall’Italia dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di appartenenza, la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari per il contenimento dei numerosi detenuti, anche minori, affetti da problemi mentali (oggi ristretti indiscriminatamente nelle carceri tra gli altri e molto spesso responsabili di gravi eventi critici), la previsione che i detenuti tossico ed alcoldipendenti siano destinati in comunità di recupero.
Ma è urgentissimo dotare al più presto la Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. In una nota congiunta i sindacati Uspp, Uil P.P. e Sinappe hanno evidenziato una cosa da loro già sottolineata in passato, ovvero che a loro dire “sono troppi i detenuti stranieri provenienti dal nord Italia che stanno mandando in tilt il sistema penale minorile campano dove il ripetersi di eventi critici sta minando anche la riabilitazione degli altri detenuti minorenni presenti”. Per i tre sindacati è giunto il momento “di togliere i benefici di legge a coloro che si rendono protagonisti di aggressioni ai danni dei colleghi a cui va la nostra solidarietà”.
Fsa Cnpp parla di “situazione aberrante”. “Da tempo – è stato il commento di Giuseppe Merola, segretario nazionale federazione Sindacati Autonomi Cnpp – si stanno verificando situazioni che compromettono il buon andamento organizzativo dell’Istituto, mettendo anche in discussione l’ordine e la sicurezza, considerando le recenti vicissitudini come i vari tentativi di evasioni, aggressioni e incendi”. “Serve un cambio di passo – continua Merola – l’Amministrazione Centrale deve aprire una riflessione seria sulle varie problematiche che afferiscono l’istituto partenopeo. I lavoratori non possono essere continuamente esposti a rischi per la propria incolumità psico-fisica. Senza alcun intento di creare allarmismi, ma siamo preoccupati. Servono misure a garanzia dell’organizzazione generale del lavoro e dei servizi”.