MONDRAGONE – Le perquisizioni di inizio ottobre a case e uffici di Giovanni Zannini, consigliere regionale, Alfredo Campoli, imprenditore (e compare di nozze del politico), e altri 5 indagati, sono solo una delle tappe dell’inchiesta, ancora in corso, coordinata dai pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, che punta a far luce su presunte condotte illecite avute negli ultimi anni dal politico mondragonese. E nell’ambito di questa indagine, nei giorni scorsi i militari dell’Arma hanno fatto un’altra visita agli uffici del Comune di Mondragone, in particolare a quello di polizia municipale e all’ufficio tecnico. Azioni degli investigatori che lasciano intravedere come la loro attenzione si stia spostando anche ad alcune procedure amministrative, ritenute poco chiare, in cui, questa è l’ipotesi dell’accusa, avrebbe potuto avere un ruolo Zannini. Intanto, nella prossima settimana si terrà il Riesame a cui la difesa del consigliere regionale, rappresentata dall’avvocato Angelo Raucci, ha fatto ricorso per ottenere il dissequestro del materiale che era stato sequestrato dai carabinieri su ordine della Procura di S. Maria Capua Vetere.
Al momento, i nomi noti dell’inchiesta che ruota intorno a Zannini, oltre a Campoli, sono quelli di Antonio Postiglione, 68enne di Ischia, guida della Direzione generale ‘Tutela della salute e coordinamento della Ssr della Campania’; Paolo Griffo, 34enne di Castelvolturno, e il padre Luigi, 63enne originario di Trentola Ducenta; Ciro Ferlotti, 40enne, Giuseppe Ruggiero, 36enne, entrambi di Napoli.
Sono sostanzialmente tre i temi principali dell’inchiesta disvelati ad oggi dalla Procura di S. Maria Capua Vetere. Il primo riguarda le presunte pressioni che Zannini avrebbe esercitato su Vincenzo Iodice, sammaritano, per fargli lasciare la carica di direttore sanitario dell’Asl di Caserta, perché ormai diventato un ostacolo alla sua politica. Il secondo tema riguarda il prodigarsi sempre di Zannini per aiutare Luigi e Paolo Griffo ad aprire un mega stabilimento per la produzione di mozzarella a Cancello Arnone, ricevendo in cambio, dice l’accusa, il pagamento di una mini vacanza fatta sullo yacht Camilla per il valore di 7.320 euro. Il terzo capitolo dell’inchiesta è l’impegno di Zannini per far ottenere alla società del suo amico e compare di nozze, Alfredo Campoli, alcuni servizi di pulizia a Teano. La ditta in questione è la Columbus Edil Gest, società che fa capo alla Campoli Group srl. Agli inquisiti, da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irremovibile, vengono contestati a vario titolo i reati di corruzione, falso, truffa aggravata e uso di false fatturazioni.
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