Inchiesta sul gruppo Picca-Di Martino. L’Antimafia chiede tre secoli di carcere

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Aldo Picca e Salvatore De Santis

TEVEROLA – Una requisitoria fiume, quella del pubblico ministero Simona Belluccio della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ricostruisce l’intero impianto dell’inchiesta sfociata, nel novembre 2023, nell’azzeramento del gruppo ritenuto vicino ai Casalesi e attivo tra Teverola, Carinaro, Aversa, Trentola Ducenta, Orta di Atella e l’area normanna. Davanti al Tribunale di Napoli, il pm ha chiesto condanne pesantissime per i 25 imputati che hanno scelto, dopo il decreto di giudizio immediato dello scorso febbraio, di affrontare il processo con rito abbreviato.

L’accusa, invocando complessivamente 337 anni di reclusione, ha ritenuto pienamente dimostrato, nell’attività investigativa svolta dai carabinieri, il presunto reticolo di estorsioni, imposizioni commerciali, traffico di droga e disponibilità di armi che avrebbe consentito alla
presunta organizzazione di riaffermarsi sul territorio. L’inchiesta sostanzialmente ruota intorno a due figure: quella del boss Aldo Picca
(che sta affrontando il dibattimento) e quella di Nicola Di Martino. I due, dopo aver trascorso un lungo periodo in carcere, tornati in libertà si
sarebbero rituffati nel crimi- ne. E questa loro ipotizzata ripresa di attività malavitose è stata monitorata dai mili- tari dell’Arma, dando il via all’indagine che ora rischia di portare alla condanna di 25 persone. Per Nicola Di Martino, 54 anni, di Teverola – indicato come uno dei vertici dell’associazione mafiosa – la Dda ha chiesto 20 anni di reclusione, stessa richiesta avanzata per Salvatore De Santis, 47 anni, alias Buttafuori, anch’egli di Teverola; per Luigi Abategiovanni, 50 anni, di Trentola Ducenta; per Raffaele Di Tella, 56 anni, di Carinaro; per Cristian Pio Intelligenza, 25 anni, di Aversa; e per Michele Vinciguerra, 46 anni, di Aversa. Marco Bosco, 24 anni, di Orta di Atella, rischia 8 anni e 6 mesi, mentre Fabio Buffardo, 40 anni, di Aversa, e Nicola Podda, 29 anni, di Civitavecchia, potrebbero incassare 8 anni ciascuno.

Per Antimo Ceparano, 51 anni, di Casandrino, la richiesta è di 20 anni; per Francesco De Chiara, 46 anni, di Aversa – unico collaboratore di giustizia – 9 anni; per Errico Della Gatta, 47 anni, di Gricignano, 7 anni; e per Fabio Della Volpe, 25 anni, di Carinaro, 14 anni. A seguire, Carmine Di Tella, 33 anni, di Carinaro, rischia 9 anni; Giuseppe Lama, 46 anni, di Aversa, 9 anni; Vincenzo Mottola, 25 anni, di Lusciano, 5 anni e 6 mesi; Salvatore Muscariello, 54 anni, di Aversa, 16 anni; Giovanni Picca, 42 anni, di Teverola, 14 anni; Angelo Rega, 30 anni, di Teverola, 10 anni, mentre il fratello Antonio, 28 anni, deve rispondere a una richiesta di 12 anni e 6 mesi. Per Raffaele Santoro, 39 anni, di Trentola Ducenta, la richiesta è di 15 anni; per Carmine Sfoco, 29 anni, di Aversa, 13 anni; per Luigi Stellato, 44 anni, di Teverola, 12 anni e 6 mesi; per Veronika Viatkina, 38 anni, di Casaluce, 10 anni; per Antonio Zaccariello, 31 anni, di Teverola, 16 anni. Antonio Zuppa, 42 anni, di Aversa, è stato stralciato per mancato deposito del contributo video.

La Dda sostiene che il gruppo, attivo almeno dal 2021, avesse ripreso metodi e relazioni del passato imponendo a commercianti e imprenditori il pagamento del pizzo, la fornitura di slot-machine a società compiacenti, servizi di vigilanza privata e perfino onoranze funebri. L’attività estorsiva – dicono gli inquirenti – era affiancata da un traffico strutturato di droga e dal possesso di armi, elementi ritenuti funzionali a rafforzare la forza di intimidazione. A dominare sarebbe stata la consapevolezza dell’ombrello criminale dei Casalesi, una forza in grado – secondo la procura – di condizionare il territorio e sfruttare il clima di omertà di chi, per timore di ritorsioni, preferiva non denunciare. Il processo riprenderà a metà dicembre per le arringhe dei legali. A costituire il collegio difensivo, gli avvocati Carmine D’Aniello, Mirella Baldascino, Gaetano Laiso, Enrico Capone, Giovanni Pizzo, Angelo Raucci, Mario Griffo, Luigi Maurizio D’Agosto, Cristina Mottola, Renato D’Antuono, Vincenzo Motti, Gianfranco Carbone, Vincenzo Alesci, Antonio Nerone, Michele Cantelli, Michele Golia, Generoso Grasso, Luciano Mariniello, Domenico Dello Iacono e Patrizio Della Volpe. Tutti gli imputati sono da ritenere innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.

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