Indagine sulle elezioni a Casal di Principe. Soldi e posti di lavoro in cambio di voti: nei guai il consigliere Martino e altri 4

Il politico accusato di aver promesso denaro e occupazione per ottenere sostegno alle elezioni comunali del 2019 a Casal di Principe. La Procura vuole a processo l’amministratore e chi avrebbe accettato le sue presunte offerte

CASAL DI PRINCIPE – Denaro in cambio di voti. Un meccanismo che inquina, troppo spesso, le elezioni. E avrebbe contaminato, sostiene la Procura di Napoli Nord, anche le Comunali del 2019. A farlo emergere è un’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dal pubblico ministero Cesare Sirignano, che rischia di portare a processo cinque persone. Chi sono? Vincenzo Martino, 59enne, al tempo candidato consigliere nella lista Ambiente nel Cuore – collegata all’aspirante sindaco Luigi Petrillo (estraneo all’indagine), Massimo Alaia, 51enne, Gaetano Zenna, 55enne, Pasquale Caterino, 53enne, e Vittorio Simeone, 61enne. Per loro il primo aprile prenderà il via l’udienza predibattimentale che si celebrerà dinanzi al giudice Giuliano del Tribunale di Napoli Nord.

Quattro gli episodi finiti sotto la lente degli inquirenti oggetto dell’indagine. Il primo che, ormai quasi sei anni fa, richiamò l’attenzione della Procura vedrebbe Vincenzo Martino accettare la promessa di Zenna, figlio del defunto Generoso (affiliato al clan dei Casalesi), di procurargli voti di persone a lui vicine in cambio di somme di denaro. In questo caso la cifra in ballo – che il candidato avrebbe dovuto elargire – non emerge con esattezza. Viene tracciata, invece, in modo più chiaro nel presunto rapporto tra Martino e Vittorio Simeone. Quest’ultimo avrebbe ricevuto dal politico tra i 20 e i 30 euro per ogni voto che gli aveva procacciato.

Ben altra somma quella che sempre Martino avrebbe promesso a Pasquale Caterino: per il supporto che quest’ultimo gli avrebbe dato, l’esponente di ‘Ambiente nel Cuore’ era pronto, secondo la Procura, a procurargli una rendita mensile di 500 euro. Avrebbe come merce di scambio elettorale non il denaro, ma la promessa di occupazione, l’ipotizzato patto tra l’aspirante consigliere comunale e Alaia, detto Ninja. Secondo l’accusa, Martino aveva annunciato posti di lavoro o lavori affidati in somma urgenza per avere dieci preferenze dal 51enne.
Logicamente i cinque sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. L’eventuale processo che prenderà il via potrebbe dimostrare anche la loro estraneità ai fatti contestati dalla Procura.

Se così non fosse, ci ritroveremmo dinanzi all’ennesimo caso di una competizione elettorale, ovvero la massima espressione della democrazia, macchiata da condotte illecite, con il politico che fa leva sul denaro e sull’esigenza di lavoro degli elettori per provare a condizionarli.

Le elezioni del 2019 si conclusero con la vittoria della coalizione guidata da Renato Natale (era l’inizio del suo secondo mandato). Il sindaco superò al ballottaggio quella di Luigi Petrillo. Vincenzo Martino non venne eletto: la sua civica piazzò in aula due consiglieri, Francesco Russo e Arcangelo Caterino, e lui era il primo dei non eletti. Ma quando Russo perse la poltrona a causa della sentenza della Corte dei conti (perché ritenuto, con altri ex amministratori, responsabile negli anni scorsi della mancata riscossione dei canoni idrici), riuscì a conquistare lo scranno a cui ambiva.

Meno tortuoso il suo percorso politico alle ultime Comunali, quelle che si sono celebrate nel 2024. In questo caso, candidandosi nella lista Casale nel Cuore, in appoggio a Ottavio Corvino (che ha battuto al ballottaggio, diventando primo cittadino, Elisabetta Corvino), Martino ha conquistato direttamente lo scranno diventando esponente della maggioranza.

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