India, crescono proteste dopo stupro e assassinio bambina di otto anni

/ AFP PHOTO / ARUN SANKAR

New Delhi (India), 13 apr. (LaPresse) – Continuano le discussioni in India sulla violenza sulle donne, dopo il brutale stupro di gruppo e l’uccisione di una bambina di otto anni nella città di Katua nello Stato di Jummu, nel nord del Paese. Manifestazioni si sono tenute a Nuova Delhi e in altre città quando sono emersi i raccapriccianti dettagli sulla morte della bimba musulmana, che è stata ripetutamente violentata nei cinque giorni del rapimento in un capannone e poi in un tempio Indù. Secondo quanto riportato dalla polizia, la piccola era stata rapita da un ragazzo minorenne e da un complice. Forzata ad assumere sedativi, era stata stuprata da diversi uomini, incluso il minorenne e un funzionario della polizia. Era stata poi strangolata e colpita con una pietra. Un uomo aveva abusato di lei prima di ucciderla. La ministra delle donne e dell’infanzia Maneka Ghandi ha richiesto la pena di morte per chi violenta bambini sotto i dodici anni. “Sono stata profondamente colpita dallo stupro a Kathua, e da tutti i recenti casi di violenze sui bambini”, ha dichiarato in un video messaggio pubblicato su Twitter. La morte della bambina ha ricordato alla nazione lo stupro di gruppo su un autobus, avvenuto nel 2012, di una studentessa di Deli.

Il Jummu e Kashmir sono i soli stati indiani a maggioranza musulmana ma la la regione di Jummu, nel sud del Paese, è a maggioranza indù. L’uccisione della bambina ha aumentato le tensioni nella regione. Attivisti musulmani hanno richiesto azioni contro quello che ritengono essere un crimine nei confronti della loro loro comunità, mentre alcuni gruppi indù hanno affermato che le accuse sono infondate. Questa settimana, un gruppo di avvocati indù ha cercato di impedire alla polizia di sporgere denuncia contro gli uomini accusati della violenza. Il primo ministro dell’India Narendra Modi, leader del partito nazionalista indù, non ha ancora commentato la vicenda ma il ministro capo di Jummu e del Kashmir, il cui partito è alleato con il partito conservatore Bharatiya Janata guidato da Modi, ha affermato che l’assassinio “disonora l’umanità”. Personaggi del mondo del cinema e del cricket hanno preso parte alla discussione. “Cosa sta succedendo al mondo in cui viviamo?”, ha twittato Anushka Sharma, la star di Bollywood sposata con il capitano della squadra indiana di cricket Virat Kohli. In India avvengono circa 40mila stupri ogni anno, secondo report ufficiali.

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