NUOVA DELHI – Almeno cinque persone, tra cui un bambino di otto anni, sono state uccise nel corso delle proteste tra polizia e manifestanti contro la nuova legge sulla cittadinanza in India. Lo riferisce la polizia locale. Nello stato dell’Uttar Pradesh il bilancio complessivo sale a venti morti dall’inizio delle proteste, dieci giorni fa.
Nuovi scontri tra polizia e manifestanti sono scoppiati in India dopo più di una settimana di disordini innescati da una legge sulla cittadinanza considerata ‘anti-musulmana’. Tre manifestanti sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco ieri. Portando il bilancio delle vittime a nove nell’ondata di rabbia che sta emergendo come una grande sfida per il primo ministro indiano, Narendra Modi. La legge che rende più facile per le minoranze perseguitate da tre paesi vicini ottenere la cittadinanza, ma non se sono musulmani, ha suscitato il timore che Modi voglia rimodellare l’India come nazione indù. Cosa che invece il primo ministro nega. Decine di migliaia di persone si sono riversate in strada. Con violenze che sono scoppiate in diversi luoghi tra cui Lucknow a nord, Mangalore a sud. Ed anche il Gujarat, lo stato di origine del premier Modi.
(LaPresse)