MILANO – Continua a correre la locomotiva dei prezzi. Vale per l’industria e per il mercato interno, ma gli aumenti si fanno più contenuti se si esclude il comparto energetico, con il prezzo del petrolio stabilmente sopra i 70 dollari al barile. L’Istat ha registrato aumenti del 7,1% su base mensile e del 20,4% su base annua per i prezzi alla produzione dell’industria. Sul mercato interno il dato è più elevato: 9,4% su base mensile e 25,3% su base annua, che però calano a più 0,5% e più 8,2% se si escludono i costi dell’energia, che vanno a riversarsi in bolletta.
Per avere un metro di paragone, le stime sui prezzi al consumo elaborate per la Germania riferiscono un calo dello 0,2% a novembre rispetto a ottobre, ma sono dati da confermare. La produzione tedesca soffre molto la carenza di materiali, e il 74,4% delle imprese ha lamentato problemi in peggioramento con i colli di bottiglia e l’approvvigionamento delle materie prime, come rileva l’Ifo Institute. Il suo responsabile rilevazioni, Klaus Wohlrabe, sostiene che “mai prima d’ora così tante aziende hanno annunciato di voler aumentare i loro prezzi”.
La Cna di Roma ha condotto una rilevazione in collaborazione con Swg, da cui emerge che “siamo di fronte alla ripresa economica più vigorosa degli ultimi decenni, ma le imprese romane rischiano di rimanerne escluse”. Per il segretario della Cna di Roma, Stefano Di Niola “le nostre imprese hanno registrato un aumento degli ordini, ma l’86% delle aziende ha seri problemi di produzione, dovuti soprattutto all’aumento del costo delle materie prime e dei semilavorati, accompagnati da un’enorme difficoltà nel reperimento del personale, come dichiara il 59% degli imprenditori intervistati”.
Le rilevazioni sui prezzi sono concordi con questo quadro. A livello nazionale, ancora Istat ha rilevato che i prezzi sul mercato estero crescono dell’8% sia nell’area euro che in altre valute (+8,9% area euro, +7,8% area non euro). Nel trimestre agosto-ottobre 2021, rispetto ai tre mesi precedenti, i prezzi alla produzione dell’industria crescono del 6,5%, con una dinamica decisamente più sostenuta sul mercato interno (+7,9%) rispetto a quello estero (+2,5%).
Nello specifico, a ottobre si rilevano aumenti tendenziali diffusi a quasi tutti i settori del comparto manifatturiero: i più marcati riguardano coke e prodotti petroliferi raffinati (+47,9% mercato interno, +10,2% area euro, +71,0% area non euro), metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+21,9% mercato interno, +34,3% area euro, +25,3% area non euro). Il crollo dei mercati di venerdì ha avuto conseguenze piuttosto forti sugli indici petroliferi, ma i ribassi sono stati troppo effimeri per incidere sui prezzi del settore manifatturieri nel breve periodo. I rialzi per il Wti superano il 6% e i 72 dollari al barile, quelli del Brent il 5% e i 76 dollari al barile.
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