MILANO – La produzione industriale in Italia è in crescita nei primi 4 mesi del 2022, ma registra a maggio una battuta d’arresto sul mese precedente. E’ la fotografia dell’Istat. “La produzione industriale italiana – evidenzia il rapporto annuale dell’Istituto – aveva già superato nel 2021 i livelli di fine 2019. Nei primi quattro mesi del 2022 l’indice è cresciuto di un ulteriore 2,1% su base annua, nonostante una flessione importante a gennaio. Nello stesso periodo, al netto degli effetti di calendario, il fatturato è aumentato del 20,4% a prezzi correnti e del 5,5% in volume. Analogamente, trainato dagli incentivi fiscali, il settore delle costruzioni ha registrato una crescita continua e significativa da inizio 2021, che si è arrestata solo ad aprile 2022”.
“Dopo tre mesi di crescita l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra, a maggio, un calo dell’1,1% rispetto ad aprile. Nella media del periodo marzo-maggio il livello della produzione aumenta del 2,3% rispetto ai tre mesi precedenti”, spiega l’Istat che sottolinea che resta positiva la dinamica nella media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti.
In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario è in aumento. La crescita, diffusa a tutti i principali raggruppamenti di industrie, è più ampia per i beni di consumo.
L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni strumentali (+0,4%), mentre diminuisce per l’energia (-3,9%), i beni di consumo (-0,7%) e i beni intermedi (-0,6%).
Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2022 l’indice complessivo aumenta in termini tendenziali del 3,4% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di maggio 2021). Incrementi rilevanti caratterizzano i beni di consumo (+7,8%) e l’energia (+3,5%); più contenuta è la crescita per i beni strumentali (+2,7%) e i beni intermedi (+1,0%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più ampi sono le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+18,0%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+16,4%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (+13,1%). Le flessioni tendenziali maggiori si registrano nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-4,6%), nella fabbricazione di prodotti chimici (-2,8%) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche (-0,9%).
Dal fronte dei consumatori, il Codacons mette sul banco degli imputati la corsa dei prezzi. “Con la forte crescita dei prezzi al dettaglio che si sta riflettendo sulle spese delle famiglie – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – i beni di consumo registrano una flessione dello 0,7% rispetto al mese precedente, con quelli non durevoli che scendono addirittura dell’1,4% in un solo mese, mentre il confronto annuo è ancora alterato dalle misure sul Covid adottate nel 2021. Numeri che potrebbero peggiorare, considerato il livello record raggiunto dall’inflazione nell’ultimo mese e il perdurare dell’emergenza energia e carburanti”.
“Tutti gli indicatori – conclude Rienzi – evidenziano la necessità di un intervento urgente ed efficace del governo”. Anche se per l’ Unione consumatori, si tratta di dati “negativi, ma non allarmanti”.
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