ROMA (LaPresse) – “Il Reddito d’Inclusione, che sulla base delle domande pervenute a lavorate dall’Inps al 22 giugno 2018, risulta percepito da 248.687 nuclei familiari. 42.451 al nord, 30.582 al centro e 175.564 al sud e nelle isole”. Lo si legge nel rapporto annuale dell’Inps, presentato oggi alla Camera.
Nella gig economy i lavoratori hanno esperienze ed aspettative diverse
“All’interno dei lavoratori ‘gig’, da un lato, la maggior parte lavora un numero limitato di ore, con salari orari e mensili di modesta entità, mostrando alti livelli di soddisfazione dell’attività svolta, e che dichiarano di poter scegliere dove e quando lavorare. Dall’altro, emerge anche la presenza di individui adulti, che lavorano da tempo nella gig economy, e che potendo scegliere preferirebbero altre tipologie lavorative. In particolare, quasi il 50% apprezza pienamente le caratteristiche attuali del proprio lavoro gig, mentre un altro 32% è contento di lavorare come gig ma preferirebbe maggiore corresponsabilità da parte della piattaforma, in termini di formazione, tutele, partecipazione ecc. Una quota di circa il 19% preferirebbe un’altra tipologia lavorativa che non sia la gig economy”.
Tempo indeterminato in calo. Lo stop dei voucher fa aumentare il lavoro a tempo determinato
“Per gli occupati a tempo indeterminato si registra una dinamica opposta a quella generale. Infatti da 14,1 milioni sono scesi a 13,8 milioni. Mentre aumenta l’occupazione a termine passando da 3,7 milioni a 4,6 milioni. Nel 2017 un innesco importante all’espansione dei rapporti a termine è giunto dalla soppressione dei voucher”.