ROMA – Per l’Inps è arrivato il giorno della verità.
Tra lunedì e martedì il governo procederà con la nomina del commissario traghettatore, che andrà a sostituire Tito Boeri scaduto il 16 febbraio scorso. La scelta è obbligata visto che all’interno della maggioranza si sta combattendo l’ennesima guerra su nomi e nomine.
Il vertice dell’Istituto di previdenza è evidentemente conteso dalle due anime del governo gialloverde con il risultato che anche questa casella sarà riempita non prima di un mese.
Al momento il nome del traghettatore potrebbe essere quello di Paolo Reboani, dirigente del ministero del Lavoro, che dovrebbe accompagnare sulla poltrona più alta dell’Inps o Mario Nori (voluto dalla Lega) o Pasquale Tridico (in quota 5Stelle). I rapporti su questo fronte, spiegano fonti i maggioranza, sono davvero ai minimi storici.
I pentastellati lamentano una sorta di cannibalizzazione leghista
L’irritazione parte da non molto lontano, dal caso Consob, che doveva essere affidata a Marcello Minenna, ed poi è passata nelle mani di Paolo Savona. Non è tutto. Il ticket prospettato all’inizio si è dissolto nel nulla.
Tramontata anche l’ipotesi dell’ex assessore alla Giunta Raggi come segretario generale, visto che Savona avrebbe tutta l’intenzione di portare al voto della commissione, Claudio Deodato, attualmente a capo di gabinetto al ministero delle Politiche europee.
Il nome di Tridico quindi, secondo M5S, doveva essere praticamente scontato. E invece no. Il Carroccio vorrebbe anche l’Inps e Nori sarebbe la scelta perfetta, visto che si era allontanato dall’azienda proprio perché in dissenso con le politiche previdenziali di Boeri. A Tridico una vicepresidenza, che avrebbe il sapore di una ennesima sconfitta, confidano i ben informati pentastellati.
“Io credo che Fornero e Boeri abbiano sempre fatto politica e quindi una figura di discontinuità, che faccia l’interesse di una azienda con Inps, sia necessaria” commenta il sottosegretario alla Pa, Mattia Fantinati (M5S).
“Il nostro obiettivo è quello di togliere la politica dalla pubblica amministrazione – insiste – Boeri non lo ha mai fatto“. L’ala leghista trasmette serenità, con il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon che assicura: “Stiamo lavorando. Sui nomi non c’è nessuna preclusione e nei prossimi giorni troveremo l’accordo“.
Ancora da sciogliere il nodo di Bankitalia, con la riconferma di Luigi Federico Signorini congelata fino alle scadenze di inizio maggio, che vedono tra le altre anche quella del numero due di palazzo Koch, Salvatore Rossi.
(LaPresse)