Interdittiva antimafia all’azienda che tratta smaltimento rifiuti a S. Maria C.V.

Camion dei rifiuti

Interdittiva antimafia all’azienda Logeco che tratta raccolta, trasporto, smaltimento ed intermediazione di rifiuti pericolosi e non, in particolare di carta, cartone e plastica. La Prefettura di Caserta ha adottato un provvedimento di rigetto del rinnovo dell’iscrizione nelle white list provinciali della società Logeco srl; l’azienda con sede in vis Napoli aveva infatti presentato istanza per ottenere il rinnovo dell’iscrizione negli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti al tentativo di infiltrazione mafiosa. Una richiesta che è stata respinta evidentemente per la sussistenza invece di tali tentativi.

Quattro milioni e 600mila euro di fatturato nel 2022 in crescita (nel 2020 era meno della metà), oltre venti dipendenti, la società è stata fondata nel 2009. Opera nel settore dei rifiuti ed ha un sito di stoccaggio a Santa Maria Capua Vetere. Sei anni fa fu oggetto di un provvedimento del Comune poi revocato. Nel corso di alcuni controlli, effettuati dalla polizia municipale e dai vigili del fuoco, emersero alcune problematiche per l’azienda ubicata a Santa Maria Capua Vetere che si occupa di riciclo di carta e cartone. Problemi relativi proprio all’impianto anti incendio che obbligarono il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra a firmare un’ordinanza di sospensione ad horas dell’azienda per evitare possibili problemi. Il 14 agosto del 2018 il sindaco Antonio Mirra sospese l’attività della Logeco in via Napoli di Santa Maria Capua Vetere.

A seguito dei sopralluoghi effettuati dal comando della polizia municipale e dal comando provinciale dei vigili del fuoco, unitamente ai carabinieri del Noe di Caserta, furono rilevate difformità rispetto alla vigente normativa in materia di prevenzione incendi. Nell’area in oggetto veniva svolta attività di recupero rifiuti con depositi di carta, cartone e plastica; con lo stesso provvedimento il sindaco Mirra dispose l’immediata rimozione del materiale presente all’interno della struttura e la vigilanza continua, a cura della stessa Logeco srl, dell’area in cui era svolta l’attività. La sospensione dell’attività ebbe effetto sino all’eliminazione delle difformità rilevate. La società adesso può ricorrere al Tar contro il diniego della Prefettura.

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