Intervista. Elvanie Nimbona: dalla guerra alla gloria, la mia corsa per la libertà e la felicità

La sua fuga non era solo una questione di sopravvivenza, ma anche un atto di coraggio e determinazione per inseguire quel sogno che l’aveva sostenuta nei momenti più difficili.

NAPOLI – In un mondo in cui le avversità possono spezzare anche i cuori più forti, la storia di Elvanie Nimbona brilla come un esempio di resilienza e determinazione, rivelando la forza interiore di chi non si arrende davanti alle difficoltà. Nata in Burundi nel 1998, Elvanie è cresciuta in un contesto di instabilità e conflitto, ma ha sempre coltivato un sogno ambizioso: diventare un’atleta di livello internazionale. Nel 2018, a soli vent’anni, la sua vita ha preso una svolta drammatica. Fuggendo dalla guerra civile che devastava il suo paese natale, ha intrapreso un viaggio verso l’ignoto, cercando rifugio in Italia. La sua fuga non era solo una questione di sopravvivenza, ma anche un atto di coraggio e determinazione per inseguire quel sogno che l’aveva sostenuta nei momenti più difficili. Arrivata in Italia, Elvanie ha affrontato le sfide di un nuovo inizio: una lingua sconosciuta, una cultura diversa e l’incertezza di un futuro tutto da costruire. Eppure, la passione per l’atletica è rimasta la sua guida. Grazie al supporto del Tuscany Camp e della Caivano Runners, Elvanie ha potuto trasformare le sue aspirazioni in realtà. Con tenacia, ha iniziato a partecipare a competizioni nazionali e internazionali, accumulando successi e dimostrando che la determinazione può superare qualsiasi barriera. Oggi, Elvanie è una mezzofondista di talento, campionessa d’Italia con la Caivano Runners e, più recentemente, mamma di una splendida bambina. Il suo percorso è stato segnato da sacrifici, duro lavoro e il sostegno incondizionato della sua famiglia, soprattutto di suo marito Luigi. Nonostante gli ostacoli, ha continuato a gareggiare con successo, dimostrando che con passione e dedizione, ogni sfida può essere superata. In questa intervista, Elvanie ci racconta il suo incredibile viaggio, dalle umili origini in Burundi ai trionfi sulle piste italiane, offrendoci uno sguardo autentico su cosa significa correre non solo per la gloria sportiva, ma anche per la libertà, la dignità e un futuro migliore.

Elvanie, la tua storia è davvero incredibile. Sei arrivata in Italia nel 2018, fuggendo dalla guerra civile nel Burundi. Cosa hai provato quando hai messo piede qui per la prima volta?

Arrivare in Italia è stato un misto di emozioni: paura, speranza, ma soprattutto un enorme sollievo. Lasciare il mio paese a causa della guerra è stato difficile, ma sapevo che era l’unica possibilità per costruire un futuro migliore, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Ero anche emozionata perché sapevo che qui avrei potuto continuare a coltivare la mia passione per l’atletica. Non è stato facile lasciare tutto ciò che conoscevo, ma il pensiero di poter vivere in un posto sicuro e ricominciare mi ha dato la forza di affrontare questa sfida.
Parlaci dell’inizio del tuo percorso sportivo in Italia. Come è stato adattarsi a una nuova vita e contemporaneamente inseguire il tuo sogno?
All’inizio è stato molto difficile. Non conoscevo la lingua e tutto era nuovo per me: le persone, la cultura, persino il clima. Ricordo che avevo una grande voglia di integrarmi, ma allo stesso tempo sentivo un forte senso di nostalgia per la mia terra. Tuttavia, l’amore per l’atletica mi ha dato una spinta incredibile. Grazie al supporto del Tuscany Camp, dove mi sono allenata a San Rocco a Pilli, e alla Caivano Runners, sono riuscita a trovare un nuovo equilibrio. Il camp è stato come una seconda casa per me, un luogo dove ho potuto concentrarmi sul mio allenamento e dove ho incontrato persone straordinarie che mi hanno sostenuta come una famiglia. Le prime gare sono state emozionanti, soprattutto perché vedevo i miei sogni cominciare a realizzarsi.

La tua prima maratona a Venezia è stata un grande successo, con un quarto posto assoluto. Cosa hai provato in quel momento?

E’ stato incredibile. Non potevo crederci! Non mi aspettavo un risultato così importante, soprattutto alla mia prima maratona in Italia. Ho sentito che tutto il duro lavoro stava dando i suoi frutti. Quando ho tagliato il traguardo e ho realizzato di essere arrivata quarta, è stato un momento di pura gioia e soddisfazione. Mi sono sentita ripagata per tutti i sacrifici fatti. Quella gara mi ha dato la fiducia necessaria per continuare a migliorare e puntare sempre più in alto. Era come se in quel momento avessi compreso davvero che i miei sogni non solo erano possibili, ma alla mia portata.

Dopo un periodo in Burundi, sei tornata in Italia grazie a Luigi, che ora è tuo marito. Come è stato ritornare e riprendere la tua carriera sportiva?

Ritornare è stato come tornare a casa. Luigi è stato fondamentale in questo, ha creduto in me e ha fatto di tutto per riportarmi qui. Quando sono tornata in Burundi, la situazione non era facile, e il pensiero di lasciare nuovamente il mio paese per tornare in Italia era complicato. Ma sapevo che per il mio futuro e quello della mia famiglia, era la cosa giusta da fare. Riprendere la mia carriera non è stato facile, ma avevo una nuova motivazione: la mia famiglia. Luigi è stato un sostegno incredibile, sia come marito che come supporter della mia carriera sportiva. Ogni gara è stata un passo verso la realizzazione di un futuro sicuro e felice, e ogni vittoria aveva un sapore ancora più dolce sapendo che lo facevo per le persone che amo.

Sei anche diventata mamma. Come è stato conciliare la maternità con la tua carriera sportiva?

Essere mamma è un dono meraviglioso, ma richiede tanto impegno. Quando è nata la mia bambina, ho dovuto fermarmi per un po’, ma non ho mai perso la voglia di tornare a gareggiare. La maternità ha aggiunto una nuova dimensione alla mia vita, rendendomi più forte e determinata. Ora mi alleno quattro o cinque giorni a settimana, cercando di bilanciare al meglio il tempo tra la famiglia e lo sport. Non è sempre facile, ma con l’aiuto di Luigi e della mia famiglia, riesco a gestire tutto. Ogni allenamento è diventato ancora più prezioso, perché so che sto costruendo un futuro non solo per me, ma anche per mia figlia. Il supporto che ricevo da mio marito è fondamentale, e mi dà la forza di continuare a inseguire i miei sogni.

Parliamo delle tue abitudini di allenamento e alimentazione. Come ti prepari per le gare?

Mi alleno per circa un’ora ogni sessione, concentrandomi sia sulla resistenza che sulla velocità. Seguo un programma di allenamento molto disciplinato, adattato alle mie esigenze fisiche e agli obiettivi che mi pongo. L’alimentazione è molto importante per me: cerco di seguire una dieta bilanciata, mangiando cibi tipici del mio paese d’origine, come il riso, i legumi e le verdure. Questi alimenti mi ricordano casa e mi danno la forza necessaria per affrontare gli allenamenti più duri. Allo stesso tempo, ho imparato ad apprezzare molto la cucina mediterranea, ricca di sapori e benefici per la salute. Mi aiuta a sentirmi in forma e pronta per le competizioni. La preparazione per una gara non è solo fisica, ma anche mentale, e mi concentro molto su questo aspetto, cercando di mantenere sempre la calma e la concentrazione.

La tua prossima gara è il Primo settembre a Torre Orsaia. Come ti senti?

Sono molto emozionata e motivata. Ogni gara è un’opportunità per migliorare e dimostrare quanto lontano posso arrivare. Il periodo di preparazione è stato intenso, e mi sento pronta per dare il massimo. Dopo Torre Orsaia, mi concentrerò sulla preparazione per una mezza maratona in autunno e, magari, una maratona in primavera. Ho sempre in mente nuovi obiettivi da raggiungere, e questo mi spinge a non fermarmi mai. Voglio continuare a dimostrare a me stessa e agli altri che con determinazione e sacrificio, tutto è possibile.

Qual è il tuo sogno per il futuro, sia nello sport che nella vita?

Il mio sogno è continuare a gareggiare e migliorare, portando avanti la mia carriera sportiva con successo. Sogno di partecipare a grandi competizioni internazionali, magari un giorno anche alle Olimpiadi. Voglio anche crescere mia figlia in un ambiente sereno e pieno d’amore, insieme a Luigi. Il mio obiettivo è essere un esempio per lei e per le persone che mi seguono, dimostrando che con determinazione e passione si possono superare anche le sfide più difficili. Spero di poter ispirare altre donne, soprattutto quelle che si trovano in situazioni difficili, a credere in se stesse e nei propri sogni.

Un’ultima domanda: cosa vorresti dire a tutte le persone che seguono la tua storia?

Vorrei dire loro di non arrendersi mai, indipendentemente dalle difficoltà che possono incontrare. La vita mi ha insegnato che ogni ostacolo può essere superato con il cuore e con la volontà di andare avanti. Ogni giorno porta con sé nuove sfide, ma anche nuove opportunità. Spero di continuare a regalare emozioni attraverso le mie gare e di poter ispirare chiunque abbia un sogno da realizzare. La mia storia è solo una delle tante, ma se può aiutare anche una sola persona a trovare la forza di non arrendersi, allora sento di aver fatto qualcosa di importante. Continuate a seguire il vostro cuore, perché solo così si possono raggiungere traguardi straordinari.

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