ROMA – C’è scompiglio in casa Pd. Renzi annusa profumo di potere e si sveglia dal suo letargo invernale. Accusa Gentiloni di voler far saltare l’accordo con i CInque Stelle rendendo più complicato il percorso che porta alla formazione di un nuovo governo.
Il prof Renzi
In cattedra alla scuola di formazione politica a Barga, in Garfagna, il fiorentino ha dato lezione di alta strategia politica. E lo ha fatto davanti ai tanti ragazzi seduti lì ad ascoltare. E, senza peli sulla lingua, ha accusato pubblicamente l’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di aver provato a far saltare l’intesa tra il movimento di Beppe Grillo e il Pd. E lo avrebbe fatto attraverso i tre punti inderogabili che il Pd ha posto sul tavolo delle contrattazioni, come il tema del taglio dei parlamentari, ritiro dei decreti sicurezza e il pre-accordo sulla legge di bilancio.
Insomma una triplice richiesta che avrebbe avuto le sembianze di paletti insormontabili da parte dei 5S in prospettiva di un accordo.
Il do ut des
“I 5 stelle – ha dichiarato Renzi – ci avevano detto ‘noi ci stiamo se ci garantite che possiamo arrivare almeno al referendum sul taglio dei parlamentari’. E l’ala guidata da Franceschini, aveva risposto: ‘A noi va bene se garantite dei contrappesi’”. Insomma la trattativa sembrava ben avviata se non fosse intervenuto, secondo Renzi, Gentiloni a rompere gli equilibri.
L’affondo renziano
Da qui parte il suo affondo a Gentiloni: “Il modo in cui lo spin è stato passato è un modo finalizzato a far saltare tutto. E qui è bellissima la lezione di politica applicata: Gentiloni era al Colle ma non ha aperto bocca. Non ha detto nella sede ufficiale ciò che pensava, o che secondo lui andava fatta. Ma lo ha detto a due giornali. E qui è successo un mezzo caos”.