Intesa Sp: export distretti industriali oltre livelli pre-Covid

Le esportazioni dei distretti industriali guardano oltre la pandemia e crescono anche rispetto al 2019.

MILANO – Le esportazioni dei distretti industriali guardano oltre la pandemia e crescono anche rispetto al 2019.

Nei primi sei mesi dell’anno l’export distrettuale ha registrato un balzo del 27,6% a prezzi correnti rispetto agli stessi mesi del 2020, fortemente penalizzati dal lockdown primaverile. E’ la fotografia del Monitor dei distretti industriali di Intesa Sanpaolo.

E il confronto con il 2019 evidenzia un progresso dello 0,7%, pari a 474 milioni di euro, e il raggiungimento di nuovi livelli record a quota 64,6 miliardi.

Secondo le stime degli analisti di intesa Sanpaolo, nei prossimi mesi l’export distrettuale manterrà un buon ritmo di crescita sui mercati esteri, grazie alla presenza di condizioni di domanda internazionale favorevoli, portando il 2021 a una chiusura su nuovi livelli record.

Solo il sistema moda avrà bisogno di più tempo per tornare sui livelli pre-pandemici.

Il recupero rilevato dallo studio Intesa Sp è diffuso a tutti i territori: su un totale di 158 distretti monitorati, 101 nel secondo trimestre sono oltre i livelli del 2019. Tra i settori più dinamici, gli elettrodomestici (+29% la variazione rispetto ai primi sei mesi del 2019), la metallurgia (+22,2%, spinta anche dall’aumento dei prezzi alla produzione) e l’agro-alimentare (+14,9%).

Molto positiva anche la performance della filiera delle costruzioni e del sistema casa, con in testa i distretti specializzati in mobili (+8,2%) e prodotti e materiali da costruzione (+6,7%), che hanno battuto la concorrenza tedesca (+6,3% e -0,8%).

Segnali di recupero emergono anche per il sistema moda che mostra un rimbalzo rispetto al 2020, soprattutto per i beni di consumo, in progresso del +38,4%,, ma è ancora in forte ritardo rispetto al 2019 nel comparto degli intermedi (-29,3%).

A livello territoriale emerge l’accelerazione delle esportazioni distrettuali del Nord-Est (+4,2% la variazione rispetto al primo semestre 2019), dove si sono messi in evidenza il Friuli-Venezia Giulia per dinamica (+15,6%) e l’Emilia-Romagna e il Veneto per aumento dei valori esportati (+443,7 milioni di euro e +324,9 milioni rispettivamente).

Nei prossimi mesi l’export distrettuale è atteso mantenere un buon ritmo di crescita sui mercati esteri, grazie alla presenza di condizioni di domanda internazionale favorevoli. Il 2021 si chiuderà con nuovi livelli record. A livello settoriale, solo il ‘sistema moda’ avrà bisogno di più tempo per tornare sui livelli pre-pandemici.

Per Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, “i distretti sono una realtà dove l’ innovazione, la ricerca della qualità e la vocazione internazionale sono in moltissimi casi particolarmente intensi” e “possono essere considerati la punta di diamante della piccola e media impresa italiana” e “spingono la crescita”. In Italia – ha sottolineato il capo economista di Intesa Sp – “la ripresa è forte e per una volta è superiore alla media dell’area euro. Per il 2021 vediamo una crescita vicina al 6% e la nostra previsione di un +5,7% è prudenziale”. Il Tesoro ha stimato una crescita del 6% quest’anno e del 4,7% nel 2022. Una ripresa molto intensa, “forse anche troppo intensa”, è stata la precisazione, “per alcune strozzature che questa sta causando nelle catene globali del valore”.

In questo quadro, i rincari delle commodity e interruzioni delle forniture, le cosiddette strozzature, sono criticità che potrebbero frenare lo slancio della domanda mondiale.

E aggiunge: “Nella nostra visione questo rimane un rischio alla crescita, ma vediamo anche una normalizzazione nel corso dei prossimi trimestri. Non sarà immediata e rapidissima, ma dalla primavera del 2022 dovremmo sistemarci. Col gas e il petrolio probabilmente abbiamo toccato i picchi”.

LaPresse

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