TEHERAN – E’ di undici morti il bilancio dell’attacco missilistico contro la sede del partito democratico del Kurdistan. Un raid di terra, contro i dissidenti ‘banditi’ dall’Iran per le loro idee politiche. I partito, infatti, rivendica maggiore autonomia per i curdi iraniani. E’ accaduto a Koya, nel Kurdistan iracheno, durante una riunione. Il dito è stato immediatamente puntato contro l’Iran dato che, negli ultimi tempi, sono stati diversi i raid di questo tipo. A mettere a segno gli attentanti sarebbe un gruppo che, da Teheran, considerano terroristico. A finire nel raggio dei missili anche un villaggio di profughi poco distante dalla sede del Pdki.
Oltre 80 feriti e 50 sfollati
La notizia è stata diffusa dall’emittente ‘Al Arabyia’. Si parla di un attacco da terra, non areo come si era invece pensato poco dopo il raid. Il gruppo di fuoco avrebbe utilizzato missili terre-terra a lungo raggio per colpire la sede del Pdki a Koya. Un primo bilancio parlava di nove morti, aggravatosi di due decessi nelle ore successive. Almeno ottanta le persone rimaste ferite, 50 gli sfollati dall’area. Nei pressi della sezione politica, come detto, un villaggio di profughi. Stando ai media locali, fra le persone rimaste coinvolte ci sarebbero anche alti esponenti del partito.
L’attacco nel bel mezzo di una riunione
L’attacco missilistico è stato messo a segno contro i curdi nel bel mezzo di una riunione del Pdki. Segno che si è trattato di un raid ben studiato, volto a colpire la sede del partito, quartier generale, in un momento di ‘folla’. I razzi utilizzati, di nome Katyusha, dovevano colpire i cuore della forza politica che da tempo è in contrasto con l’Iran per la suo volontà di maggiore autonomia per i curdi. Negli ultimi tempi, i radi missilistici hanno causato decine di morti.