Iraq, ancora proteste: studenti in piazza da Baghdad a Bassora

"Niente scuola fino alla caduta del regime": da Baghdad a Bassora, passando per le strade di Diwaniya e Nassiriya, migliaia di studenti in piazza oggi in Iraq, sfidando gli avvertimenti delle autorità.

(Photo by - / AFP)

BAGHDAD – “Niente scuola fino alla caduta del regime”: da Baghdad a Bassora, passando per le strade di Diwaniya e Nassiriya, migliaia di studenti in piazza oggi in Iraq, sfidando gli avvertimenti delle autorità. Dall’inizio del movimento di contestazione inedito il 1° ottobre, oltre 200 persone sono state uccise e più di 8mila ferite. L’esercito aveva minacciato “severe sanzioni” per funzionari e studenti che non si sarebbero presentati a scuola o al lavoro. Ma oggi il sindacato degli insegnanti ha annunciato “quattro giorni di sciopero generale”. Per le strade gli iracheni marciano per chiedere lavoro per i giovani, che costituiscono il 60% della popolazione, nonché servizi efficienti, in uno Stato devastato dalla corruzione. In diverse province del sud del Paese funzionari, sindacati e studenti hanno sfilato e dato vita a sit-in. La contestazione si fa sempre più partecipata nell’emblematica piazza Tahrir a Baghdad, che da giovedì è coperta di tende e stand per la distribuzione di cibo.

Le richieste

I manifestanti ritengono che il sistema instaurato dopo la caduta del dittatore Saddam Hussein nel 2003 sia arrivato al limite. In 16 anni, sostengono, il complesso sistema di ripartizione dei posti in funzione delle confessioni e delle etnie non ha fatto che rafforzare il clientelismo di una classe politica immutata, senza lasciare orizzonti aperti ai giovani, di cui uno su quattro è disoccupato. I dimostranti chiedono una nuova Costituzione per sostituire quella votata nel 2005 sotto la supervisione Usa e chiedono che “i pesci grossi” della corruzione vengano costretti a restituire i soldi spariti da allora, che costituiscono due volte il Pil dell’Iraq, Paese ricco di petrolio. “Vogliamo la dissoluzione del Parlamento, un governo di transizione, una nuova Costituzione ed elezioni anticipate sotto la supervisione Onu”, sintetizza un manifestante a Baghdad. Anche oggi il Parlamento deve riunirsi, ma finora non è mai riuscito a farlo per mancanza del numero legale.

LaPresse

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