ISERNIA– I carabinieri del Comando Provinciale di Isernia hanno eseguito la misura cautelare della sospensione dal pubblico Ufficio per 4 mesi nei confronti di una insegnante della Scuola dell’Infanzia San Lazzaro di Isernia. La misura è stata adottata dal gip presso il Tribunale di Isernia, e ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica. Le indagini seguono la denuncia presentata dalla madre di un bambino di 4 anni che frequenta l’asilo di Isernia e che ha riferito che il figlio dallo scorso dicembre aveva crisi di pianto, incubi notturni, attacchi di panico che lo facevano svegliare urlando e piangendo.
Il bambino avrebbe inoltre raccontato alla madre di essere stato picchiato dalla maestra; la stessa donna ha riferito di essere stata testimone diretta di un episodio particolare, avvenuto a scuola, e di aver visto la maestra che, dopo aver rincorso il bambino lo ha messo a testa in giù e colpito con uno schiaffo sul culetto, quindi cacciato dall’aula.
I carabinieri, sulla base della denuncia, hanno attivato la procedura del codice rosso, e hanno raccolto ulteriori elementi di prova che hanno permesso al procuratore capo Carlo Fucci, di disporre le intercettazioni di conversazioni e video all’interno della classe, dalle quali sono emersi gravi indizi di colpevolezza per l’insegnante.
Sarebbe 42 gli episodi significativi documentati, durante i quali la maestra si sarebbe rivolta al bambino urlando “quanto sei brutto”, “sei un animale” “Non sono grassa come lei e come te”, “tu non sei un bambino come gli altri sei un animaletto”. Minacce esplicite quelle rivolte dalla insegnante al piccolo, secondo quanto riferito dal procuratore capo di Isernia Carlo Fucci in una conferenza stampa questa mattina: “Io ti spezzo le braccia se ti permetti di correre”, “Ti vengo a prendere per i capelli e ti porto dal Preside”.
La donna, ora sospesa per 4 mesi dalla scuola, secondo la documentazione acquisita dai carabinieri, avrebbe inoltre istigato i compagni alla violenza nei confronti del bambino di 4 anni, come documentato il 28 marzo scorso, giorno in cui si sarebbero consumate tre aggressioni in danno del piccolo.
LaPresse