Israele, l’offensiva su Gaza continua. Uccisi vertici di Hamas, oltre 50 morti

Dopo la pioggia di razzi su Tel Aviv ancora lanci dalla Striscia

Israele non metterà fine all’operazione militare nella Striscia di Gaza fino a quando non sarà “raggiunta la quiete completa”. Mentre continuano i raid sull’enclave palestinese sotto blocco e la pioggia di razzi contro lo Stato ebraico, il ministro della Difesa Benny Gantz sembra non raccogliere gli appelli alla de-escalation della comunità internazionale. Israele ha ucciso vari alti comandanti di Hamas e distrutto tre palazzi a Gaza City, mentre decine di persone sono morte. È la più drammatica escalation di violenza dalla guerra del 2014, per ora senza prospettiva di soluzione. E Israele ha inviato due brigate di fanteria ai margini della Striscia di Gaza, segnale di una potenziale invasione di terra.

Tra i vertici di Hamas uccisi, secondo Israele, anche il comandante incaricato di Gaza City, l’esponente di più alto rango del movimento ucciso dal 2014. Altri sarebbero stati coinvolti nella produzione di razzi. In uno dei raid più violenti, due bombe hanno fatto collassare un palazzo di 14 piani, sede del canale satellitare di Hamas, al-Aqsa. Un altro palazzo di 12 piani, dove si trovavano uffici di Hamas e altro, è stato distrutto; danneggiato un edificio residenziale, secondo Israele sede dell’intelligence del gruppo. In entrambi i casi, colpi d’avvertimento hanno permesso a chi era all’interno di fuggire. In risposta, Hamas ha sparato 100 razzi verso Beersheba, parlando di ritorsione.

In parallelo, continuano anche gli scontri tra i cittadini palestinesi di Israele mobilitati a favore dei Territori e gli ebrei israeliani. In una notte di violenza, a Lod sinagoghe e negozi sono stati dati alle fiamme, con decine di feriti. Un uomo arabo israeliano e la figlia sono stati uccisi da un razzo. Le autorità hanno dichiarato il coprifuoco per la notte fra mercoledì e giovedì, ma prima del calar del buio la tensione era già risalita.

Le sirene antiaeree in Israele non hanno mai smesso di suonare, salvo stop a intermittenza: 1.500 i razzi esplosi dall’enclave, secondo lo Stato ebraico, e centinaia i raid israeliani sulla fascia costiera dove 2 milioni di palestinesi vivono nel paralizzante blocco imposto dopo l’arrivo al potere di Hamas nel 2007. Sirene e razzi anche a Tel Aviv e in altre città. Il bilancio è di 53 palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza, di cui 14 bambini, secondo il ministero della Salute locale. Almeno 320 i feriti, 86 i bambini. In Israele i morti per i razzi sono sei, fra cui il primo soldato in questa nuova fase del conflitto, e un bambino. Decine i feriti.

Nessun segnale che le parti coinvolte intendano fare un passo indietro, per ora. Il premier Benjamin Netanyahu ha promesso di espandere l’offensiva, dicendo che “ci vorrà tempo”. Hamas ha invocato una intifada su vasta scala e promesso di “difendere Gerusalemme”. La scintilla del nuovo scoppio di violenza, nel conflitto decennale che non trova soluzione, è stata nella città contesa, dove da un mese la polizia ha usato la mano pesante contro i musulmani nel mese del Ramadan, prevedendo anche lo sgombero di decine di famiglie. Poi il violento scontro alla moschea al-Aqsa, luogo sacro a islam ed ebraismo.

Il nuovo scontro arriva mentre i colloqui per la pace tra palestinesi e israeliani sono in stallo da tempo, sette anni dopo gli ultimi negoziati formali. Israele è concentrato sulla politica interna, con quattro elezioni in due anni e l’impossibilità di formare un governo, mentre i palestinesi sarebbero dovuti tornare alle urne ma il presidente Mahmoud Abbas ha annunciato un rinvio, sullo sfondo della rivalità con Hamas e del timore di un suo rafforzamento.

Intanto, l’Ue ha espresso “sgomento” e chiesto ogni “sforzo per evitare vittime civili e ridurre l’escalation”. Gli Usa sono tornati a difendere il “diritto di Israele a difendersi”, ma chiedendo che tuteli i civili, ha dichiarato il segretario di Stato Antony Blinken. La Casa Bianca ha anche fatto sapere che “nominerà un ambasciatore qualificato ed esperto in Israele nelle prossime settimane”, con “obiettivo la de-escalation”. Blinken ha nel frattempo inviato il vice segretario per gli affari israelo-palestinesi, Hady Amr, in missione, per tentare di evitare una nuova, devastante, lunga guerra.

LaPresse

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