Roma, 17 mag. (LaPresse) – Dopo due mesi di flessioni, a marzo le esportazioni italiane aumentano dell’1,2% su febbraio, ma restano in calo dell’1,8% su base annua.
Lo rileva l’Istat. Rispetto a febbraio, l’export è la sintesi del marcato aumento delle vendite verso i mercati extra Ue (+4,6%) e della flessione verso l’area Ue (-1,4%). Sui dodici mesi la flessione coinvolge sia area extra Ue (-2,2%) sia i paesi Ue (-1,5%). La correzione per gli effetti di calendario porta la variazione delle esportazioni in leggero rialzo, al +0,7%.
L’istituto statistico stima una diminuzione del surplus commerciale diminuisca da 5.306 milioni a marzo 2017 a 4.531 milioni a marzo 2018. Nei primi tre mesi dell’anno l’avanzo raggiunge i 7.538 milioni o i 16.938 milioni al netto dei prodotti energetici.
Sull’altro lato, infatti, le importazioni aumentano a marzo dell’1,9% su base mensile e su anno l’indice corretto per gli effetti di calendario segna un incremento del 3,1%. Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante al calo annuo dell’export nel mese di marzo, precisa l’Istat, si segnalano metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-4,8%), autoveicoli (-7,5%), macchine e apparecchi n.c.a (-1,9%). Nello stesso periodo contribuiscono positivamente i prodotti petroliferi raffinati (+7,2%) e gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+3%).
Nel primo trimestre 2018, la crescita annua dell’export è pari a (+3,3%) ed è diffusa a tutti i settori, a eccezione di autoveicoli (-4,2%) e prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (-5,8%), mentre rimane sostenuta la crescita per i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,6%).
Su base annua, le flessioni delle vendite che a marzo contribuiscono maggiormante al calo delle esportazioni riguardano paesi Opec (-11,5%), Regno Unito (-9,2%) e Belgio (-12,3%). In aumento le esportazioni verso Paesi Bassi (+8,3%) e Stati Uniti (+1,6%).