MILANO – Il primo Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni sta per chiudere i battenti. Il 20 dicembre si concludono, infatti, le operazioni censuarie che hanno coinvolto un campione di circa 1 milione e 400 mila famiglie in tutta Italia. Lo comunica Istat. Da oggi, 13 dicembre, al 20 dicembre le ‘famiglie ritardatarie’ non hanno più la possibilità di compilare il questionario online utilizzando le proprie credenziali, ma solo tramite intervista. Ricevendo la visita a domicilio di un rilevatore, la telefonata di un operatore del Comune oppure recandosi presso uno dei Centri comunali di rilevazione (Ccr). Il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni nasce per fornire informazioni più aggiornate e quindi più utili alle istituzioni,. Potranno così studiare meglio le future politiche economiche e sociali, ma anche creare strategie di gestione e ottimizzazione dei servizi ai cittadini sul territorio.
I dati
Con il coinvolgimento di un totale di circa 3,5 milioni di persone in 2.852 comuni italiani e l’utilizzo di fonti amministrative, il Censimento permanente della popolazione sarà in grado di restituire nell’arco di 12 mesi informazioni di tipo censuario, ovvero riferite all’intera popolazione italiana: un risultato raggiungibile solo grazie all’integrazione statistica tra le rilevazioni campionarie e i dati di altre fonti amministrative. Altro importante risultato sarà il taglio dei costi di circa il 50% di soldi pubblici rispetto al censimento decennale, un risparmio dell’ordine di centinaia di milioni di euro, sottolinea l’Istituto di statistica. La partecipazione al censimento è un obbligo di legge e quindi soggetto a sanzione in caso d’inadempienza.
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