Milano – Calano ancora a dicembre gli indici di fiducia di famiglie e imprese, che scendono rispettivamente sui minimi da dicembre 2016 e da agosto 2017. A rilevarlo è l’Istat, che nell’ultimo mese dell’anno registra un arretramento a 113,1 punti dai precedenti 114,7 per le prime e da 101 a 99,8 punti per le seconde. Per l’istituto di statistica il peggioramento è “generalizzato”. Guardando ai consumatori, a registrare flessioni sono infatti tanto il dato sul clima economico quanto quello sul clima personale. Ma anche quelli sui climi correnti e futuro. Tra le aziende l’umore segna un calo più contenuto nel comparto manifatturiero rispetto al settore dei servizi a quello delle costruzioni. Ma con giudizi che si fanno più negativi dall’ultima rilevazione per quanto riguarda il livello degli ordini e la domanda. Questo mentre nelle costruzioni peggiorano sia i giudizi sugli ordinativi che le attese sull’occupazione.
Pesa sul morale di famiglie e imprese l’incertezza finanziaria del Paese
“L’incertezza sulle prospettive fiscali e finanziarie del Paese, che ha caratterizzato soprattutto la prima parte del mese, potrebbe aver pesato ulteriormente sul morale non solo delle imprese ma anche delle famiglie”, osserva Paolo Mameli, senior economist della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. “In tal senso – spiega l’esperto -, la schiarita venuta dall’accordo trovato dal governo con la Ue, che ha scongiurato l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo, potrebbe indurre un recupero per la fiducia degli operatori economici nel mese di gennaio”.
Nel frattempo, però, a esprimere preoccupazione sono sia i consumatori, sia i negozianti. “A una minore fiducia da parte delle famiglie corrisponde una contrazione della spesa. Con i consumatori che rimandano al futuro gli acquisti”, sottolinea Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Mentre Confesercenti – il cui sondaggio di Natale ha rilevato che gli italiani “si approcciano alle festività con più prudenza rispetto alle feste passate” – auspica “che questa incertezza di fine anno, aggravata dal ritorno all’orizzonte delle clausole di salvaguardia Iva, non si trasformi in un 2019 buio per i consumi”.
Marco Valsecchi (LaPresse)