MILANO – “Quarantacinque anni or sono dodici persone inermi persero la vita a causa di un ordigno ad alto potenziale, collocato da sanguinari terroristi ed esploso sul treno Italicus, all’uscita della grande galleria dell’appennino, vicino alla stazione di San Benedetto Val di Sambro”. Lo dichiara infatti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’anniversario della strage dell’Italicus, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 agosto del 1974.
Il presidente Mattarella ricorda la strage dell’Italicus
“Numerosi furono i feriti. Il ferroviere Silver Sirotti riuscì a salvare diversi viaggiatori imprigionati dalle fiamme. Ma pagò con la morte quel gesto eroico di altruismo e solidarietà umana, espressione di autentico senso del dovere – prosegue il capo dello Stato -. In questo triste anniversario desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e a quanti sono rimasti segnati dalle ferite e dal dolore. I procedimenti giudiziari non hanno potuto portare a sentenze definitive di condanna e il mancato accertamento di così gravi fatti interpella le coscienze di ciascuno”.
Una lesione del principio di giustizia
Per Mattarella, infatti, “si tratta di una lesione al principio di giustizia solennemente affermato dalla nostra Costituzione, a cui una comunità democratica non può mai rassegnarsi. Colpendo cittadini innocenti, la bomba voleva colpire la Repubblica e la convivenza civile degli italiani”.
La matrice neofascista della strage
“Le indagini e i processi, pur non giungendo all’identificazione dei terroristi esecutori, hanno confermato il legame con altri attentati. E con la strategia destabilizzante ordita in quegli anni”, prosegue Sergio Mattarella. “La matrice neofascista è resa esplicita nella sentenza della Cassazione. E poi nelle stesse conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 – sottolinea il presidente della Repubblica -. La ferma risposta del popolo italiano sconfisse allora le trame oscure e criminali, difendendo l’ordine democratico. La solidarietà del Paese raccolta intorno ai beni cruciali e indivisibili della libertà e del rispetto della vita delle persone resta la risorsa contro l’insorgere di qualunque minaccia o di ogni forma di violenza”, conclude Mattarella.
(LaPresse)