MARCIANISE – La Curia di Caserta voleva celebrare messa davanti allo stabilimento della ex Jabil ma la proprietà nega il consenso: “Problemi di ordine pubblico”. Scatta la protesta dei sindacati. “Siamo in una piena fase di stallo della nostra vertenza. Ad oggi, non abbiamo informazioni a nessun livello, né politico né istituzionale, rispetto all’evolversi delle discussioni legate alla messa in sicurezza del nostro sito. Il silenzio resta assordante su un percorso poco chiaro e men che mai condiviso, mentre le difficoltà che i lavoratori vivono sulla loro pelle tutti i giorni continuano ad acuirsi” affermano le Rsu. Poi hanno aggiunto: “Le produzioni si impoveriscono e la Cassa Integrazione si impenna, costringendo noi tutti ad una povertà economica e di prospettive. Cosa fa l’azienda nel frattempo? Si sottrae al dialogo interno e territoriale e, nel contempo, annuncia l’apertura di un nuovo sito a pochi chilometri da noi (Croazia) con una missione simile alla nostra, per la serie in Italia si piange e all’estero si lavora”. Poi l’affondo sul caso della messa del primo maggio negata. “Addirittura, adducendo questioni legate alla sicurezza, chiude la porta in faccia alla Curia di Caserta che si era resa disponibile a celebrare una Santa Messa per il Primo Maggio ’23 presso lo stabilimento, al fine di un massimo coinvolgimento del territorio e di una opportuna solidarietà. La Rsu, ritenendo inconcepibile una chiusura così rigida da parte della multinazionale americana nei confronti della disponibilità e sensibilità dimostrate da Sua Eccellenza, Monsignor Pietro Lagnese prende le distanze da questo atteggiamento ed invita la direzione aziendale a riconsiderare la posizione. Restiamo in attesa di una celere convocazione ministeriale, che tarda ad arrivare, e fin da ora informiamo i lavoratori che organizzeremo una Manifestazione al Mimit di Roma, per i primi giorni di Maggio ’23”. L’altro giorno è stata presentata una nterrogazione parlamentare sul reimpiego dei lavoratori ex Jabil. Camusso, Rojc, Zambito, Verducci, Zampa, Martella, Fina, Sensi, Rossomando, Rando, Irto, D’Elia, Valente hanno firmato l’istanza rivolta ai Ministri delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali. “Premesso che: la società sarda Orefice generators, che realizza generatori elettrici, è una delle aziende che sono state coinvolte negli ultimi 10 anni nel progetto di ricollocamento e reindustrializzazione degli ex lavoratori della multinazionale dell’elettronica americana Jabil, che ha lo stabilimento nel sito di Marcianise (Caserta) e nel corso degli anni ha attuato politiche di riorganizzazione del lavoro e del personale tramite licenziamento e ricollocazione dei lavoratori presso altre realtà aziendali; la Jabil nel giugno 2019 ha licenziato 250 lavoratori ed ha sottoscritto alcuni accordi, anche mediante intermediazione del Ministero dello sviluppo economico, per la reindustrializzazione del sito e la ricollocazione del personale” si legge nell’interrogazione.
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