Jazz 365 Ritratti – Marlena Shaw: una voce senza tempo

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In questi giorni ho ascoltato un po’ la radio viaggiando in macchina. Dopo un po’ mi sono avvilito: c’era un flusso stereotipato, nel quale veniva proposto come un disco incantato quasi la stessa musica su tutte le frequenze. Cambiavo stazione, ma era come girare intorno a un unico brano, moltiplicato all’infinito. A un certo punto ho spento, l’unico conforto, come spesso accade, era la mitica Radio 3. Ma non avevo voglia di ascoltare musica classica in quel momento. Ci ho rinunciato.

Trade ad for Marlena Shaw‘s single “Mercy Mercy Mercy”. To better adapt it to his respective Wikipedia article, the ad was cropped and cleaned in a graphics editing program. The original can be viewed at the source below – Cadet Records – Billboard, page 29, 18 February 1967

Poi mi è venuto in mente di collegare il mio telefono allo stereo della radio, e grazie alla magia del bluetooth, ho avuto accesso a tutti i contenuti che desideravo ascoltare. All’improvviso nell’apatia di una domenica pomeriggio, è riemersa la voce di Marlena Shaw: una magia!

Nata come Marlina Burgess, Marlena Shaw fu introdotta alla musica dal suo zio, Jimmy Burgess, un trombettista jazz che le fece conoscere i grandi del jazz come Dizzy Gillespie, Miles Davis e il cantante Al Hibbler. A soli 10 anni, si esibì sul palco dell’Apollo Theater di Harlem, segnando l’inizio di una carriera che l’avrebbe portata a calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo.

La sua carriera decollò nel 1966, quando iniziò a esibirsi nei Playboy Clubs di Chicago. Questo le permise di entrare in contatto con l’etichetta Chess Records, con la quale firmò un contratto e pubblicò i suoi primi album: Out of Different Bags (1967) e The Spice of Life (1969). Quest’ultimo conteneva il celebre brano “California Soul”, scritto da Nickolas Ashford e Valerie Simpson, che divenne un classico del soul e fu ampiamente campionato nel corso degli anni.

Nel corso della sua carriera, Marlena Shaw ha collaborato con numerosi musicisti jazz di rilievo, arricchendo il suo stile vocale con influenze profonde e sofisticate. Tra i suoi collaboratori si contano pianisti, sassofonisti e trombettisti che operavano sia nel jazz tradizionale sia nel soul-jazz, permettendole di fondere questi generi con eleganza. Le sessioni con artisti come Cedar Walton, Joe Henderson, Donald Byrd e Gene Harris, soprattutto durante gli anni con la Blue Note Records, sono ricordate come momenti in cui la sua voce si è intrecciata armoniosamente con le sonorità jazzistiche più raffinate, consolidando il suo ruolo come interprete versatile e rispettata nella comunità jazzistica.

Marlena Shaw era celebre per la sua capacità di combinare la ricchezza emotiva del soul con la sofisticazione armonica del jazz, creando uno stile unico e riconoscibile. La sua voce possedeva una notevole estensione e flessibilità, capace di passare dai toni caldi e profondi a improvvise aperture aggraziate, tipiche dei grandi cantanti jazz. La padronanza del fraseggio jazz le permetteva di interpretare le melodie con nuance imprevedibili, dando a ogni brano un senso di spontaneità e di immedesimazione emotiva. Questo approccio le ha consentito di reinterpretare brani soul con una sensibilità jazzistica, così come di eseguire standard jazz con l’energia e il calore tipici della musica soul, rendendo la sua arte profondamente originale e trasversale.

Oltre al successo commerciale, la musica di Marlena Shaw ha avuto un impatto duraturo sulla cultura musicale. Brani come “California Soul” e “Woman of the Ghetto” sono stati campionati da artisti contemporanei e utilizzati in numerose pubblicità, mantenendo viva la sua eredità anche dopo la sua morte. Il suo stile ha influenzato generazioni di cantanti che cercano di fondere jazz e soul con autenticità e raffinatezza. Marlena Shaw è scomparsa il 19 gennaio 2024, all’età di 81 anni.

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