In questi giorni ho ascoltato un po’ la radio viaggiando in macchina. Dopo un po’ mi sono avvilito: c’era un flusso stereotipato, nel quale veniva proposto come un disco incantato quasi la stessa musica su tutte le frequenze. Cambiavo stazione, ma era come girare intorno a un unico brano, moltiplicato all’infinito. A un certo punto ho spento, l’unico conforto, come spesso accade, era la mitica Radio 3. Ma non avevo voglia di ascoltare musica classica in quel momento. Ci ho rinunciato.

Poi mi è venuto in mente di collegare il mio telefono allo stereo della radio, e grazie alla magia del bluetooth, ho avuto accesso a tutti i contenuti che desideravo ascoltare. All’improvviso nell’apatia di una domenica pomeriggio, è riemersa la voce di Marlena Shaw: una magia!
Nata come Marlina Burgess, Marlena Shaw fu introdotta alla musica dal suo zio, Jimmy Burgess, un trombettista jazz che le fece conoscere i grandi del jazz come Dizzy Gillespie, Miles Davis e il cantante Al Hibbler. A soli 10 anni, si esibì sul palco dell’Apollo Theater di Harlem, segnando l’inizio di una carriera che l’avrebbe portata a calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo.
La sua carriera decollò nel 1966, quando iniziò a esibirsi nei Playboy Clubs di Chicago. Questo le permise di entrare in contatto con l’etichetta Chess Records, con la quale firmò un contratto e pubblicò i suoi primi album: Out of Different Bags (1967) e The Spice of Life (1969). Quest’ultimo conteneva il celebre brano “California Soul”, scritto da Nickolas Ashford e Valerie Simpson, che divenne un classico del soul e fu ampiamente campionato nel corso degli anni.
Nel corso della sua carriera, Marlena Shaw ha collaborato con numerosi musicisti jazz di rilievo, arricchendo il suo stile vocale con influenze profonde e sofisticate. Tra i suoi collaboratori si contano pianisti, sassofonisti e trombettisti che operavano sia nel jazz tradizionale sia nel soul-jazz, permettendole di fondere questi generi con eleganza. Le sessioni con artisti come Cedar Walton, Joe Henderson, Donald Byrd e Gene Harris, soprattutto durante gli anni con la Blue Note Records, sono ricordate come momenti in cui la sua voce si è intrecciata armoniosamente con le sonorità jazzistiche più raffinate, consolidando il suo ruolo come interprete versatile e rispettata nella comunità jazzistica.
Marlena Shaw era celebre per la sua capacità di combinare la ricchezza emotiva del soul con la sofisticazione armonica del jazz, creando uno stile unico e riconoscibile. La sua voce possedeva una notevole estensione e flessibilità, capace di passare dai toni caldi e profondi a improvvise aperture aggraziate, tipiche dei grandi cantanti jazz. La padronanza del fraseggio jazz le permetteva di interpretare le melodie con nuance imprevedibili, dando a ogni brano un senso di spontaneità e di immedesimazione emotiva. Questo approccio le ha consentito di reinterpretare brani soul con una sensibilità jazzistica, così come di eseguire standard jazz con l’energia e il calore tipici della musica soul, rendendo la sua arte profondamente originale e trasversale.
Oltre al successo commerciale, la musica di Marlena Shaw ha avuto un impatto duraturo sulla cultura musicale. Brani come “California Soul” e “Woman of the Ghetto” sono stati campionati da artisti contemporanei e utilizzati in numerose pubblicità, mantenendo viva la sua eredità anche dopo la sua morte. Il suo stile ha influenzato generazioni di cantanti che cercano di fondere jazz e soul con autenticità e raffinatezza. Marlena Shaw è scomparsa il 19 gennaio 2024, all’età di 81 anni.