Dubai – “Ronaldo è Ronaldo, c’è poco da dire. Siamo felici di lui non solo dal punto di vista tecnico. Lavora duramente tutti i giorni ed è un esempio. Perché quando guardi il numero 1 lavorare così, tutti si sentono in obbligo di fare lo stesso”. Così Fabio Paratici, Chief Football Officer della Juventus, ha ripercorso le tappe del trasferimento di Cristiano Ronaldo in bianconero nel corso di una conferenza al Globe Soccer di Dubai. Sui social network circola un video in cui si vede CR7 correre e allenarsi nel deserto di notte, a Dubai, Paratici commenta: “Si allena tantissimo ed è attento ad ogni dettaglio. E’ il numero uno”.
Quindi il dirigente bianconero ripercorre le tappe del passaggio di CR7 alla Juve: “Tutto è avvenuto in maniera molto rapida. E’ stato un trasferimento storico, bisogna ringraziare il presidente e il Real Madrid perché non era facile cedere un giocatore così. Il primo contatto c’è stato durante i quarti di finale della Champions League, Jorge Mendes mi disse che Cristiano voleva giocare per la Juve. Io pensavo fosse una barzelletta, poi si parlò di Cancelo e lui tornò su Ronaldo. In quel momento capii che si poteva provare”, ricorda Paratici.
Per Paratici Conte trasmetteva juventinità, mentre Allegri più tecnico
“Negli ultimi otto anni abbiamo avuto due dei migliori allenatori del mondo come Conte e Allegri. Sono due allenatori diversi: Conte è più caratteriale ed organizzatore, era perfetto per quel momento. Serviva un allenatore che avesse grande ‘juventinità’. Con lui e Agnelli c’è stata la rinascita del club, ci hanno dato un grande aiuto”. Così Fabio Paratici, Chief Football Officer della Juventus, nel corso di una conferenza al Globe Soccer di Dubai in cui ha parlato dei suoi otto anni nel club bianconero. “Allegri ha trovato una situazione già in divenire, veniva da un grande club come il Milan e ci ha trasmesso questo tipo di mentalità. E’ forse meno organizzatore, ma più tecnico e aperto alle diverse situazioni di gioco. Da loro ho imparato tante cose e devo ringraziarli”, ha aggiunto.
(LaPresse)