Kendrick Lamar dopo il Pulitzer: “Il successo non mi ha cambiato”

Foto LaPresse - PA/PA Wire

NEW YORK – Kendrick Lamar è il primo rapper ad aver vinto il premio Pulitzer per la musica. Destinato solitamente a esponenti della musica classica o jazz, il premio è stato assegnato a sorpresa al cantante statunitense per aver saputo sapientemente raccontare l’esperienza afroamericana grazie al suo disco “Damn”, uscito l’anno scorso. L’album in questione è stato definito dalla giuria “una collezione virtuosa di canzoni accomunate da vernacolare autenticità e da dinamiche ritmiche che propone aneddoti ficcanti in grado di catturare la complessità della vita moderna degli afroamericani”. Le rime hip hop di Lamar hanno cantato la dura vita del ghetto mediante testi impegnati e attuali, volti a dar voce a quella comunità nera da cui egli stesso proviene e da cui, come ha cantato, è molto difficile emergere. La prestigiosa onorificenza, consegnata a Lamar durante la cerimonia di premiazione che si è svolta presso la Columbia University di New York, è stata istituita 102 anni fa, e non aveva mai visto trionfare il genere rap. Kendrick Lamar entra così nella storia del premio Pulitzer, dopo aver vinto un Grammy per il disco precedente Damn, intitolato To Pimp a Butterfly. Rappresentante del genere “gansta”, Lamar nasce nel 1978 a Compton, Los Angeles, sul quale il rapper ha detto: “Senza dubbio crescere in un quartiere difficile di Los Angeles come Compton mi ha fatto fare i conti con la realtà. Quando nasci in un posto del genere non puoi nasconderti, devi uscire di casa e confrontarti con quello che hai davanti, anche venirci a a patti se è necessario. Da questo punto di vista la musica mi ha sempre aiutato molto perché, nonostante quello che si dica, fare hip hop significa soprattutto una cosa: uscire di casa e raccontare ciò che si vede. Se sono cambiato adesso che ho venduto mezzo milione di dischi? Direi di no. Sono sempre il solito Kendrick, il ragazzo che cerca di arrivare alla fine della giornata”.

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