L’Ucraina punta a un summit di pace entro fine febbraio, più o meno in coincidenza con l’anniversario dell’invasione russa del 24 febbraio, e preferibilmente alle Nazioni unite, con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres come possibile mediatore. A riferirlo è stato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista rilasciata ad Associated Press al ministero degli Esteri pochi giorni dopo la visita del presidente Volodymyr Zelensky negli Stati Uniti.
Secondo Kuleba, “le Nazioni Unite potrebbero essere la sede migliore per tenere” il vertice di pace “perché non si tratta di fare un favore a un certo Paese” ma “si tratta di coinvolgere tutti”. La Russia, tuttavia, per Kiev potrà essere invitata a questo summit solo se prima affronterà un tribunale per crimini di guerra: “Possono essere invitati a questo step solo in questo modo”, ha detto Kuleba. Quanto a Guterres, il titolare della diplomazia ucraina lo ha elogiato dicendo che “ha dimostrato di essere un mediatore e un negoziatore efficiente e, soprattutto, un uomo di principi e di integrità. Quindi saremmo lieti di una sua partecipazione attiva”.
Nel giorno di Natale, domenica, mentre gli allarmi anti-aerei erano risuonati ripetutamente in tutta l’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato che Mosca è “pronta a negoziare con tutti i partecipanti a questo processo”, accusando che “non siamo noi a rifiutare i negoziati, ma loro”. Dichiarazioni subito respinte da Kiev: “Putin ha bisogno di tornare alla realtà”, “ha attaccato deliberatamente l’Ucraina e sta uccidendo i cittadini” e non vuole negoziati”, aveva replicato Mykhailo Podolyak, consigliere capo dell’ufficio di Zelensky. Il ministro degli Esteri Kuleba, parlando con AP è tornato a sminuire commenti di questo tipo: “Dicono regolarmente di essere pronti per i negoziati, il che non è vero, perché tutto ciò che fanno sul campo di battaglia dimostra il contrario”.
Dall’inizio della guerra Kuleba è stato secondo solo a Zelensky nel portare il messaggio e le esigenze dell’Ucraina a un pubblico internazionale, sia attraverso i post su Twitter sia attraverso incontri con autorità straniere. Lo scorso 12 dicembre Zelensky aveva dichiarato che l’Ucraina intende organizzare un summit per applicare la formula di pace di Kiev nel 2023. Al G20 di metà novembre a Bali Zelensky aveva presentato una formula di pace in 10 punti che include il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina, il ritiro delle truppe russe, il rilascio di tutti i prigionieri, un tribunale per i responsabili dell’aggressione e garanzie di sicurezza per l’Ucraina.
La giornata oggi si era aperta con la notizia di un drone ucraino abbattuto mentre si avvicinava alla base aerea russa di Engels, che si trova oltre 600 chilometri a est del confine con l’Ucraina, con un bilancio di 3 soldati uccisi. Kiev non ha riconosciuto in modo diretto il coinvolgimento nell’attacco, ma il portavoce dell’aviazione dell’Ucraina, Yurii Ihnat, ha detto che “queste sono le conseguenze dell’aggressione russa”.
Intanto, a proposito dei Patriot accordati dagli Usa all’Ucraina, Kuleba ha rivelato che il governo di Washington ha elaborato un piano speciale per rendere operativa in Ucraina la batteria di missili Patriot in “molto meno di 6 mesi”, mentre solitamente l’addestramento per l’uso dei Patriot richiede fino a un anno. “senza alcun danno per la qualità dell’uso di quest’arma sul campo di battaglia”, ha detto Kuleba ad Associated Press.
Sempre oggi l’Ucraina ha chiesto agli Stati membri dell’Onu di privare la Russia del suo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza e di escluderla: secondo il ministero degli Esteri, la Russia non ha mai seguito la procedura legale per acquisire lo status di membro e prendere il posto dell’Urss al Consiglio di sicurezza dell’Onu dopo il crollo dell’Unione Sovietica. “Questo è l’inizio di una battaglia in salita, ma combatteremo, perché nulla è impossibile”, ha dichiarato Kuleba ad AP.
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