TARANTO – La Alan Kurdi con a bordo 88 migranti è sbarcata questa mattina a Taranto. Il Viminale ha già fatto sapere che, di questi, 67 saranno ricollocati tra Francia, Germania, Portogallo e Irlanda. Terminata dunque l’odissea dell’imbarcazione nelle acque del Mediterraneo.
L’attracco della Alan Kurdi
Dopo 8 giorni, dunque, i migranti sono scesi a terra e, secondo quanto affermato da fonti ufficiali, tra loro ci sarebbero nove minorenni. L’attracco al porto di Taranto segue quanto accaduto venerdì scorso quando la nave della ong tedesca Sea Eye, nonostante un chiaro divieto, era entrata nelle acque territoriali italiane in attesa dell’assegnazione di un porto in cui attraccare. Come detto il Viminale ha già annunciato quelle che saranno le manovre da adottare nei loro confronti. Si è infatti conclusa la procedura di ricollocazione dei migranti presenti sull’imbarcazione, quella cioè che era stata attivata sulla base del pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta.
Gli accordi europei sui migranti
In base a quanto stabilito in quell’occasione la Germania e la Francia ne accoglieranno 60, il Portogallo cimque e l’Irlanda due. Ventuno, dunque, rimarranno in Italia. Siamo dunque di fronte al secondo sbarco nel porto di Taranto. Lo scorso ottobre, infatti, era stata la Ocean Viking con 176 migranti. In questa circostanza sono state molteplici le difficoltà e i rischi per l’equipaggio che ha dovuto affrontare il mare piuttosto agitato ed un forte vento. Intanto Sea Eye ha denunciato che l’intervento di soccorso della Alan Kurdi, che era stato espletato il 26 ottobre scorso nella zona nord-ovest di Zuara, era stato contrastato dalla guardia costiera libica. Che, a quanto pare, avrebbe usato in quel frangente anche le armi. Novantuno i migranti tratti in salvo erano 91, di diverse nazionalità, tre dei quali erano stati fatti sbarcare subito a causa delle loro condizioni di salute piuttosto preoccupanti.