La camorra a Napoli, asse tra i De Micco e i Veneruso-Rea

NAPOLI – Due fronti: uno esterno, l’altro interno. Quello esterno ha come teatro la città di Volla, zona al confine con Cercola, storica roccaforte del clan rivale, i De Luca Bossa, espressione nella periferia orientale della potente Alleanza di Secondigliano. Poche centinaia di metri, un confine labile. Ma la forza attuale non permette ai rivali di pensare a iniziative. Il clan De Micco è la cosca egemone a Ponticelli e a Napoli est. Lo è anche perché i De Luca Bossa sono stati indeboliti dalle inchieste della Direzione distrettuale antimafia. Lo è anche (e soprattutto) perché riesce a incrementare, a cadenza regolare, la propria manovalanza. Di recente giovani in odore di clan D’Amico (con ‘base’ nel rione Conocal) sono passati dalla parte dei De Micco, anche conosciuti come Bodo dal soprannome del boss Marco De Micco, detenuto.

Facile capire il perché: i De Micco sono il clan più attrattivo. Le continue scorribande di uomini dei De Micco sul territorio di Volla confermano quanto registrato già in passato dagli inquirenti: il clan ha rafforzato l’alleanza con i Veneruso-Rea (che ha in Francesco Rea, detenuto, detto ’o pagliesco, il suo elemento principale) cosca egemone in quella zona. L’asse emerse già in occasione dell’uccisione di Alessio Bossis, ammazzato a 22 anni, nell’ottobre del 2022, mentre si trovava nel parcheggio del centro commerciale In Piazza a Volla, città in cui aveva l’obbligo di dimora. A distanza di quasi due anni da quell’agguato, il nome di Bossis continua a riecheggiare tra le palazzine di Napoli est. La settimana scorsa, infatti, un 15enne ha accoltellato il fratello minore di Bossis al termine di una lite scoppiata per futili motivi all’esterno di un bar a Volla. Il 15enne è stato, poi, arrestato. Poche ore più tardi, la sera successiva, un 14enne è stato pestato nei pressi della villa comunale in viale Aldo Merola da gente del clan De Micco. Il 14enne è il fratello di un fedelissimo di Bossis. Un caso? Difficile.

Una coincidenza? Impossibile. Già, perché spunta un retroscena: nelle ore precedenti alla duplice aggressione firmata dai De Micco, il figlio di un boss dei Bodo sarebbe stato preso a schiaffi in strada. Un’onta da lavare con il sangue. E con le botte. Un copione che i giovanissimi dei De Micco hanno recitato alla perfezione, prima con l’accoltellamento del fratello di Bossis, poi con il pestaggio ai danni del fratello del braccio destro del baby boss ucciso a Volla. L’altro fronte, quello interno, è, forse, ancora più caldo. A Ponticelli il clan De Micco deve fare i conti con il clan emergente del rione De Gasperi. Una prima spallata, comunque, è stata già inferta: l’uccisione di Emanuele Pietro Montefusco, venditore ambulante di rotoli di carta e soprattutto fratello di Salvatore alias Zamberletto, rappresenta il primo omicidio della nuova faida. Il timore (o, forse, sarebbe meglio dire il sentore) è che i nuovi ras del De Gasperi possano replicare a breve.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome